La recensione del film Weekend

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WEEKEND - RECENSIONE

Weekend recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Weekend recensione] - Russell (Tom Cullen) è un giovane uomo single, gay, dall'apparenza riservato che vive in un appartamentino della periferia londinese. Russell ha una vita tranquilla, parecchi amici, ed anche una figlioccia di cinque anni, figlia del suo amico fraterno. Una sera in un locale gay Russell incontra Glen (Chris New) ed è subito attrazione da ambo le parti. Glen rivela la sua personalità sfrontata che si caratterizza nell'immediatezza delle battute sagaci. Russel è più pacato, ascolta l'amico, lo guarda con intensità ammiccante e sorride di quella spavalderia che pare conquistarlo. La notte che suggella la relazione tra Russell e Glen all'insegna del piacere cercato e condiviso, cede al giorno che nasce con il sapore di una bollente tazza di caffè ed una nuova appagante sensazione di benessere tra i due, sensazione che aleggia tra le quattro mura del piccolo appartamento. "Weekend", diretto e sceneggiato da Andrew Haigh ("45 anni", numerosi premi, tra i quali: nomination come miglior attrice a Charlotte Rampling e miglior attore a Tom Courtenay agli Oscar 2016 e migliore attrice a Charlotte Rampling al "Berlino International Film Festival" 2015), film del 2011, visto ed applaudito al Festival di Roma 2012, pare abbia trovato solo ora un posto nella distribuzione italiana. Intrisa di struggente naturalezza, l'opera seconda di Haigh è forse uno dei più riusciti tra i film che trattano la relazione omosessuale. L'incontro fortuito tra Russell e Glen nel giro di quelle brevissime 48 ore assume una valenza che va oltre la semplice relazione di sesso. Attraverso il proprio corpo si giunge a conoscere un altro corpo, ad anticiparne i bisogni e gli atti, senza alcun ricorso al pensiero cosciente. In un accrescimento graduale la relazione tra Russell e Glen viene risucchiata da una nuova forma d'intesa, libera, con la soverchiante certezza di una rivelazione che prende forma dai loro dialoghi. Le parole assumono una valenza che va al di là di un semplice raccontarsi. Sono, invece, la dichiarazione più schietta e sincera della consapevolezza di un disagio identitario, che Russell vive nell'intimo, convinto di non poter manifestare in pubblico serenamente la sua normale diversità. Glen, invece, adotta una spregiudicata spavalderia come una maschera di difesa, perché anche per lui, come per Russell, la percezione dell'essere gay scatena a tratti quella crisi d'identità che si materializza nella consapevolezza che la comunità non ancora accetta l'essere, i sentimenti e comportamenti che la persona gay media. Sei gay dichiarato? Quando hai fatto coming-out? Tra domande e risposte, il lungo dialogo tra Russell e Glen costruisce un'intesa solida. Haigh, anche qui si afferma un maestro nel saper sceneggiare e dirigere le emozioni che raccontano l'essere umano nella sua essenza intima, nei sentimenti che filtrano il mondo di cui ognuno fa parte. Gli sguardi, i gesti, i silenzi, le confidenze reciproche, sono il lessico di questa relazione gay, durata appena un weekend, ma vissuta con una tale forza condivisa che ha scoperchiato il sotterraneo e ben custodito sentimento di inadeguatezza. Russell dichiara che sta bene e che ha fatto coming-out. Glen, anche se gay dichiarato, parte per Portland, Oregon, in cerca di uno spazio meno omofobo. Perché, pare strano, ma Haigh, fa baluginare la forza del sentimento, tra amplessi, baci ed abbracci, all'interno dell'appartamento. Fuori, in strada, in una Londra multietnica, con una considerevole popolazione gay, si soffre ancora la febbre rancida dell'omofobia. Vivere la propria omosessualità a testa alta è possibile? Forse in certi ambienti privilegiati dove l'essere omosessuale è concesso per notorietà. A tutt'oggi l'omosessualità vive la propria dimensione in un mondo che ha paura della diversità, si contraddice e così la respinge e la ghettizza. Haig però, con uno stile puro, asciutto ed essenziale, mette in scena la normalità di un rapporto omosessuale, come normale potrebbe essere una scena di un rapporto etero, e realizza un'opera superba. (La recensione del film "Weekend" è di Rosalinda Gaudiano)
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