Trama
VIRIDIANA di Luis Bunuel
Poco prima di prendere i voti, la novizia Viridiana (Pinal), si reca per qualche giorno dallo zio Don jaime (Rey). Egli crede di ravvisare nella nipote una certa somiglianza con la moglie, morta la notte delle nozze. Prima le chiede di indossare l'abito nunziale, poi la droga, cerca di violentarla e infine si pente. Turbata, la giovane fugge e lo zio, disperato, si impicca. Viridiana, diventata erede di una parte dell'eredità, decide di
restare nella villa e di dedicarsi ad opere di bene nei confronti dei mendicanti, ma il cugino Jorge (Rabal) vorrebbe fare della fattoria una azienda modello. Una sera i mendicanti si scatenano in un'orgia indiavolata. Viridiana viene aggredita e si salva solo per l'intervento del cugino. Sola ed amareggiata, si reca da Jorge che è in compagnia della governante Ramona, sua amante, e insieme iniziano una partita a carte.
Idea Centrale
II rifiuto della religione, la constatazione del fallimento della morale cristiana e la condanna della società.
Analisi
I temi abituali del regista (il feticismo, i simboli fallici, il confronto critico e provocatorio contro la religione, l'analisi grottesca del sociale) vengono ripresi e calati in una triste Spagna contemporanea in cui i personaggi, sia mendicanti che latifondisti, sono accomunati dalle stesse ossessioni religiose e dalle perversioni sessuali. Bersaglio privilegiato resta comunque la vecchia Spagna degli "hidalgos" e dei signori, delineata in modo particolareggiato nel conformismo aggressivo ed impotente dell'anziano Don Jaime.
Note e curiosità
Premiato con la Palma d'oro a Cannes, fu attaccato dalle gerarchie cattoliche con articoli durissimi e dai fascisti del generalissimo Franco che vietò la distribuzione del film in patria.(Da "201 film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)