La recensione del film Violeta Parra Went to heaven

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VIOLETA PARRA WENT TO HEAVEN - RECENSIONE

Violeta Parra Went to heaven recensione
Recensione

di Elisa Lorenzini
[Violeta Parra Went to heaven recensione] - Gracias a la vida, cantava Violeta Parra nel 1966, un anno prima di arrendersi alla depressione e morire suicida. E, nonostante l'angoscia che aveva ispirato questa e altre celebri canzoni, il suo tardivo inno alla vita è passato ai posteri come il testamento spirituale dell'artista cilena: perchè Violeta Parra, summa di splendide contraddizioni, era e resta, nell'immaginario comune, una voce positiva, megafono di ideali popolari e di azioni dirompenti, eroina di strada senza patine mediatiche, donna umile prestata alle cronache per descrivere i mali di una fetta di mondo ma anche le sue infinite risorse, i suoi colori, le sue passioni. Il film che Andrès Wood confeziona e porta in trionfo al Sundance Film Festival 2012 è un tributo onesto e appassionato alla figura eclettica di Violeta, inquadrata nella veste complementare di donna e di alfiere del pueblo. Vincitore del Grand Jury Price al Sundance e candidatio agli Oscar 2012 come miglior film straniero per il Cile, Violeta Parra Went to Heaven non è un biopic enfatico e permissivo: non lesina le critiche al carattere spigoloso della protagonista, a tratti dipinta come una matriarca irruenta e testarda, ma riesce a diluire le asperità della persona nel fascino del personaggio, senza per questo cedere a facili piaggerie. Il racconto, liberamente ispirato al libro di Angel Parra, figlio di Violeta, Violeta se fue a los cielos, procede per blocchi temporali e li interseca, spaziando dall'infanzia povera e carambolesca ai vagabondaggi artistici in giro per il mondo, fino all'approdo, fatale, all'amore di una vita: quello per il musicista e antropologo svizzero Gilbert Favré. Elemento di raccordo fra una tranche temporale e l'altra è una lunga, liberatoria intervista televisiva, che la vera Violeta concesse a un giornalista assai parco di smancerie. L'approccio di Wood alla corposa materia del suo film è ragionato ed empatico allo stesso tempo: allo spettatore si richiedono attenzione e conoscenza delle dinamiche storiche che incorniciano il vissuto della protagonista, ma gli si regalano ampi margini di digressione romantica, quando l'occhio registico ricama sulle gioie (e sui dolori) dell'amore tra Violeta e Gibert. Denso e coinvolgente, Violeta Parra went to heaven è, come da titolo, la traccia delle impronte che una grande primadonna ha lasciato nella sua parte di mondo e negli annali femminili di sempre. (La recensione del film "Violeta Parra Went to heaven" è di Elisa Lorenzini)
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