La recensione del film Viale del tramonto di Billy Wilder

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Trama

VIALE DEL TRAMONTO di Billy Wilder

Viale del tramonto Recensione
Joe Gillis (Holden), uno sceneggiatore pieno di debiti, diventa l'amante di Norma Desmond (Swanson), una vecchia diva del cinema muto ormai dimenticata da tutti, ma che crede di essere ancora grande. Viene assecondata, in questo, dal suo autista/maggiordomo (von Stroheim) che un tempo era stato suo marito. Gillis viene assunto col compito di mettere a punto un soggetto cinematografico con il quale l'attrice pensa di ritornare sugli schermi. Quando, per amore di una ragazza, Gillis vorrà lasciare la donna questa lo ucciderà, prigioniera ormai della sua follia paranoica.
Idea Centrale
La decadenza di una diva che ha assaporato successi e splendori. Le leggi implacabili del cinema e della notorietà: dagli altari alla polvere.
Analisi
Disfacimento, morte e follia: il lato "oscuro" del cinema coincide con quello della vita. Uno dei film più crudeli su Hollywood e sui suoi miti e uno dei più affascinanti viaggi nella decadenza, nel quale vengono mescolate, in modo inquietante, finzione e realtà. Il regista Von Stronheim aveva infatti diretto la Swanson nel film che lei fa proiettare nella sua villa (Queen Kelly,1928).
Note e curiosità
La parte del protagonista era stata scritta per Montgomery Clift, che però la rifiutò. Per interpretare Norma Desmond erano in lizza Pola Negri e Mary Pickford. (Da i "201 film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)


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