Europa '51 di Roberto Rossellini

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IERI OGGI E...

VIA COL VENTO di Victor Fleming

Via col vento di Victor Fleming Recensione

di Anastasia Cicciarello
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
E' la seconda metà dell'Ottocento, gli Stati Uniti d'America sono in fermento, i dissidi tra Nord e Sud si inaspriscono, il dibattito sulla schiavitù è acceso e le differenze economiche si intensificano. In questo contesto storico, con la guerra di Secessione alle porte, si sviluppa la nota e intramontabile relazione tra la capricciosa Rossella O'Hara e l'enigmatico Rhet Butler. Il film, basato sul romanzo del 1936 di Margaret Mitchell, venne proiettato per la prima volta ad Atlanta nel dicembre del 1939, ad opera del regista Victor Fleming e del produttore David Selznick. Via col Vento è una pellicola complessa, di notevole durata, in cui la linea d'azione principale si intreccia spesso con il sottotesto. Il lungometraggio si apre con una scena della giovane e volubile protagonista intenta ad indossare un abito che ne risalti il vitino da vespa, aiutata dalla sua fedele balia. in seguito, grazie all'escamotage di una gita con la famiglia, conosciamo il resto dei familiari, le loro abitudini e gli amici che vi gravitano intorno. Gli O'Hara sono ricchi possidenti terrieri e la loro routine è fatta di lussi, feste, spasimanti e lauti pranzi, ma la guerra civile incombe e ribalta le sicurezze di ognuno di loro. Inizialmente, la notizia dello scoppio del conflitto è accolta con giubilo dagli uomini, costretti ad interpretare un ruolo in un mondo che ne esalta soltanto le virilità, a discapito della sensibilità del singolo. Ben presto però, verranno colti dall'amara sorpresa delle rinunce, gli stenti, il sacrificio e le perdite umane che gli avvenimenti bellici comportano. In questo contesto, Il personaggio di Rossella cresce assieme alla storia, rivelando al pubblico il suo carattere articolato e contraddittorio, mostrandosi fragile e sentimentale, ma allo stesso tempo forte e risoluta, capace di ribaltare il tavolo, superare i propri limiti e quelli che la società del tempo le impone. La trama è alimentata dall'amore platonico per Ashley Wilkes e dal suo difficile e conflittuale rapporto con Rhet, con cui condividerà anche i pensieri più macabri, mettendo in risalto tutte le sfaccettature dell'animo degli uomini, in cui spesso buono e cattivo convivono o addirittura coincidono. Il colossal è noto anche per i costumi di scena, capaci di mutare e trasformarsi assieme alla pellicola. Inizialmente, infatti, i protagonisti sfoggiano abiti dai colori pastello e dal taglio classico, per poi mostrarsi con nuances più scure e vestiti appariscenti. La signorina O'Hara, fra tutti, abbandona abitini a fiori, nastri e cappelli dalla tesa larga, per passare a tenute provocanti e decise, che simboleggiano la donna adulta e consapevole che è diventata. Via col vento non è una favola a lieto fine, non vi è una netta marcatura tra giusto e sbagliato, ma soltanto una lucida analisi della natura dell'uomo, degli abissi di cui è composto, compresi i lati oscuri. La pellicola ottenne subito successo e numerosi premi e, ancora oggi, è un classico senza tempo che ci costringe a riflettere sulle condizioni disumane della guerra, sul tema quanto mai attuale del razzismo e sulla figura della donna, che la società vorrebbe standardizzare e catalogare, ma che da sempre rompe gli schemi e si reinventa quando tutto sembra finito. Lo era IERI, lo è OGGI, e lo sarà DOMANI.


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