La recensione del film Uomini di parola

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UOMINI DI PAROLA - RECENSIONE

Uomini di parola recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Uomini di parola recensione] - Un po' va capito Fisher Stevens, caratterista di lungo corso che per il suo esordio alla regia si trova davanti tre grandi vecchi di Hollywood, tre premi Oscar, tre mostri sacri (due e mezzo diciamo) del cinema. Accendo la cinepresa, ciak, motore e lascio fare a loro, avrà pensato. Ma non basta. Non basta Al Pacino che caracolla con aria stordita dentro un vestito stazzonato, Chris Walken perennemente allampanato e Alan Arkin ormai tesserato al ruolo del vecchietto arzillo. Non basta metterli insieme in questo Uomini di parola a rivangare il passato, a far leva sull'effetto nostalgia, a ricordare i vecchi tempi e illudersi che siano ancora lì, presenti, anzi addirittura migliori perché adesso "possiamo apprezzarli" come sentenzia il capobanda. Non basta l'ultimo giro di giostra, l'ultima notte da leoni del condannato a morte che dopo 28 anni di carcere esce ben sapendo che ciò che l'attende è una bella pallottola in testa, ma prima che la pallottola giunga vuole spassarsela, vuole fare "baldoria" come dice con linguaggio volutamente demodé. E le ultime cose da fare prima di morire, gira e rigira, rimangono sempre le stesse: una sbronza, una scopata, una corsa in macchina ad acceleratore schiacciato. Per cui Uomini di parola si dipana, un po' confuso e senza grande convinzione, tra alcool, pasticche, puttane, viagra, fuoriserie, e poi rapine, pestaggi, esequie, balli lenti e confessioni intime al sorgere del sole, in una sorta di after hours per la terza età. Non bastano nemmeno alcuni momenti di tenerezza autentica né altri di fiero orgoglio ritrovato se a fronte di tutto questo vi è una regia incolore e rinunciataria che non riesce a infondere un briciolo di verve ad una pellicola priva di nerbo, dal ritmo spento, dalle battute fiacche, molto più dei tre protagonisti che al contrario avrebbero energie da spendere. Peccato perché le potenzialità per ottenere risultati migliori Uomini di parola le avrebbe avute tutte, forse persin troppe. Musiche originali di Jon Bon Jovi. Bastano? (La recensione del film "Uomini di parola" è di Mirko Nottoli)
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