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Una volta nella vita recensione] - Cos'è un genocidio? E' lo sterminio fisico, programmato e sistematico di un gruppo umano in rapporto alle sue origine etniche. E' una decisione che viene presa direttamente dai supremi organi statuali. E la Shoah? Vuol dire mettere in atto servizi che servono a garantire il bene dell'umanità ed invece impiegarli per la distruzione di un popolo. Genocidio e Shoah fanno parte della storia dell'umanità, che si eredita, che dobbiamo conoscere e comprendere. Liceo Léon Blum di Créteil, città nella banlieu sud-est di Parigi. Una classe di adolescenti di diverse etnie, ognuno con le proprie certezze e progetti di vita, afflitti da continui conflitti sociali, aderiscono ad un progetto comune proposto dalla professoressa Anne Gueguen (Ariane Ascaride): partecipare ad un concorso nazionale di storia dedicato alla Resistenza e alla Deportazione. Una rivisitazione ragionata attraverso documenti e testimonianze porterà i giovanissimi studenti alla comprensione di una verità storica che li toccherà nell'intimo per la crudeltà degli eventi. "Una volta nella vita", diretto da Marie-Castille Mention-Schaar, nasce da un'idea di Ahmed Dramè, studente dell'ultimo anno del liceo Léon Blum, autore della bozza di sceneggiatura che ha proposto alla stessa regista. Ahmed (che nel film interpreta Malik) frequentava la prima liceo e partecipò con i suoi compagni di classe proprio al concorso nazionale sulla Resistenza e la Deportazione, esperienza così forte e formativa che ha generato in lui la necessità di raccontare con una sceneggiatura le straordinarie emozioni vissute insieme ai suoi compagni. "Les Héritiers" nasce così, dalla forza persuasiva e convincente di un adolescente, motore del sodalizio per la stesura e la realizzazione del film. Un documento autentico, asciutto, volutamente didascalico, con precise finalità di formazione, "Les Héritiers", forte di un montaggio a regola d'arte, punta a tutto tondo sul vero protagonista del film che è la classe. Attraverso l'osservazione attenta e minuziosa dell'evoluzione delle coscienze dei ragazzi di fronte alla conoscenza di un passato storico del quale essi stessi fanno parte, Marie-Castille Mention-Schaar compone un mosaico tra passato e presente, toccando le corde dolorose di una tragedia umana, che sonnecchia assopita, ma che non può morire ed essere cancellata dalle generazioni a venire. Esse l'avranno sempre come "un'eredità", da comprendere e di cui perpetuare la memoria.
(La recensione del film "
Una volta nella vita" è di
Rosalinda Gaudiano)
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