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Una folle passione recensione] - Tra le rade nebbie delle Smoky Mountains del North Carolina, alla fine degli anni '20, nasce un amore travolgente tra il bel George Pemberton (Bradley Cooper), magnate del legname, e Serena (Jennifer Lawrence), coraggiosa e sfrontata donna originaria del Colorado. Insieme, i due danno vita a un fruttuoso impero, forti delle grandi capacità di entrambi. Il loro amore cresce di giorno in giorno, fino al momento in cui Serena scopre il passato nascosto del marito e si trova a fare i conti con un inevitabile destino: è allora che il felice matrimonio tra i due comincia a disfarsi andando incontro a un drammatico epilogo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Ron Rash, edito in Italia da Salani, "Una folle passione" (titolo originale: "Serena") è diretto dalla regista danese Suzanne Bier, vincitrice dell'Oscar per il miglior film straniero nel 2010 con il bellissimo "In un mondo migliore", e vede nel cast la coppia d'oro Jennifer Lawrence – Bradley Cooper, reduce dal successo de "Il lato positivo" (il film della Bier è stato girato a Praga subito dopo quest'ultimo) e "American Hustle", entrambi del regista David O'Russell.
Sottolineeremo sin d'ora la differenza tra il magnetismo tragicomico della fortunata coppia nel film di O'Russell e la flebile e plastica passione tra i protagonisti del film della Bier: nonostante alcune scene dall'alto potenziale patetico ed emotivo, infatti, i due falliscono proprio nell'obiettivo principale della pellicola: emozionare. La figura chiave del film, che nella versione originale offre il proprio nome anche per il titolo dell'opera, è ovviamente la protagonista femminile, la sfrontata e coraggiosa Susanna, una donna in grado di ammaestrare addirittura le aquile e guidare da sola una grande azienda di legname in un mondo di soli uomini, scrutata dai loro sguardi inquisitori. La potenziale carica emotiva e forza del personaggio, che avrebbe potuto assurgere quasi a icona femminista, perde paradossalmente presa e magnetismo proprio a causa dell'interpretazione plastica e impostata della Lawrence (forse dovuta, viste le capacità della giovanissima attrice, a una direzione mediocre da parte della regista), esasperata e finta ancor di più sul finale (che, paradossalmente, è il momento di maggior pathos).
Pessimo il rapidissimo montaggio della prima parte del film, caratterizzato da un indefinito numero di ellissi narrative (tradotte visivamente in una serie di fastidiose dissolvenze in nero), che castra letteralmente la passione nascente tra i due protagonisti, come si diceva, sottraendo allo spettatore la capacità di immedesimarsi con essi. Una scelta, questa, compiuta per concentrarsi probabilmente sulla seconda parte, sul teorico climax in cui la forte ma ingenua Susanna scopre il passato del marito, imbarcandosi su un treno diretto verso la pazzia. Peccato che i binari su cui tale treno viaggia siano mal costruiti: la sceneggiatura procede a singhiozzi più volte nel corso della pellicola, alternando scene ricche di tensione (alcune anche un po' splatter) ad alcune prive di qualsivoglia tensione, esasperate, per altro, da dialoghi scontati. A conti fatti, è comprensibile il motivo per cui, dopo il festival di Londra, il film sia stato ritirato per essere rimontato e distribuito negli USA nel febbraio 2015.
(La recensione del film "
Una folle passione" è di
David Di Benedetti)
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