La recensione del film Un giorno come tanti

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UN GIORNO COME TANTI - RECENSIONE

Un giorno come tanti recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Un giorno come tanti recensione] - In una cittadina della provincia americana, alla vigilia del Labor Day, Adele (Kate Winslet) si reca in un grande magazzino con il figlio Henry (Gattlin Griffith) di 13 anni. Adele è una donna che soffre di agorafobia, lasciata dal marito perché depressa, è comunque innamorata dell'amore. Mentre Henry si allontana dalla madre intenta a scegliere dei vestiti, al ragazzo si avvicina uno sconosciuto che dice di chiamarsi Frank (Josh Brolin) e senza mezzi termini chiede aiuto al ragazzo e a sua madre. Frank è un evaso e resterà nascosto in casa di Adele per alcuni giorni, rendendosi utile e conquistando la fiducia di Henry e l'amore di Adele. Diretto da Jason Reitman, regista del premiato "Juno", "Labor Day" è una bella storia di sincera riconoscenza da parte dell'evaso Frank, braccato dalla polizia, nei confronti di una donna che si crogiola malsanamente nella solitudine per mancanza di un vero rapporto d'amore con un uomo. Ed è proprio su questo dualismo di sentimenti sconvolti che Frank e Adele riescono a trovare una dimensione univoca per ricondurre le loro sofferenze nella vita reale, restituendosi gioia reciproca e soprattutto fedeltà futura. Tutto avviene sotto lo sguardo attento e alla fine compiaciuto del figlio Henry, che vede, in un certo senso, la vitalità assopita della madre riaprirsi di nuovo alla vita. Lo stile di Reitman indugia con sapiente maestria sulla commedia sentimentale, con un registro che mostra tutte le illusioni melanconiche di una donna prigioniera dei suoi malanimi e di un uomo vittima di uno sbaglio che gli è costata la libertà. "Labor Day" annuncia, con compassata strutturazione dei tempi scenici, il diritto alla rinascita alla vita, al credere che un futuro può ancora esistere ed è quello che Adele e Frank ad un certo punto hanno dipinto con forza all'interno dell'anima. Reitman sceglie la voce fuori campo di Henry come indicatore privilegiato della narrazione, filtro dei vari momenti scenici, interrotti nella loro cronologia da flashback salienti che spiegano il perché della tristezza di Adele e dell'alienazione di Frank. "Labor Day" ha così il merito di raccontare sentimenti ed emozioni martoriati e risorti che si ricompongono da una disgregazione per eventi e fatti accaduti, in una forma rappresentativa di cinema che predilige lo sguardo classico. Kate Winslet per questo film è stata, con merito, candidata al premio di miglior attrice drammatica ai Golden Globe del 2014. Gattlin Griffith è perfetto nella caratterizzazione di Henry, il ragazzo che parla attraverso il continuo stupore di uno sguardo attento e compiaciuto. Mentre, senza capire bene il motivo, la pellicola è stata vietata in America ai minori di anni 13 per scene di sesso e violenza, francamente affatto rilevanti al punto di meritare una tale decisione. (La recensione del film "Un giorno come tanti" è di Rosalinda Gaudiano)
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