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Tutto sua madre recensione] - Non c'è nulla di più francese che essere Guillaume Gallienne. Questa considerazione sgorga spontanea dalla visione di Les Garcons et Guillaume, à table (Tutto sua madre), perchè l'opera prima dell'attore, regista e sceneggiatore membro della Comédie Francais è la quintessenza della settima arte alla maniera d'Oltralpe, costruita come una sofisticata e umoristica dissertazione sulle stranezze e le nevrosi dell'uomo di oggi. Ispirato a fatti realmente succedutisi nella vita del suo autore, il film di Gallienne è apologia ed esorcismo del rapporto tra un figlio confuso da terremoti ormonali e suggestioni storico-letterarie e una figura materna abnorme, assoluta. Membro poco accetto di una famiglia lacerata tra un'ingombrante strapotere femminile e le aspettative maschiliste di padre e fratelli sessualmente ortodossi, il giovane Guillaume viaggia attraverso un'adolescenza e una giovinezza comicamente tormentate, in cui matura la convinzione di essere una ragazza nonostante l'apparenza indichi in tutt'altra direzione. Tra siparietti teatrali ispirati ai fasti della corte asburgica e una teoria inconcludente di sedute su lettini di specialisti, Guillaume lotta per trovare la chiave di volta della sua identità e collocarsi nel mondo. Con una penna vivace e intelligente, Gallienne tesse una partitura drammatica condita di ironia e spirito di provocazione: il suo racconto politically uncorrect parte da un assunto semplice - la convinzione, indotta nello spettatore, che il suo Guillaume sia un omosessuale in cerca di accettazione - per poi approdare, attraverso la disamina di un rapporto madre-figlio deviato da una malcelata, chioccia possessività della prima nei confronti del secondo, a una verità inaspettata, che sembra stupire innanzitutto il protagonista. Cavalcando la comicità parossistica del "travesti", Gallienne confezione un film sorprendente, rivelatorio, la cui vena surrealista rende più piacevole e digeribile la scoperta di quanto sia opinabile la natura dell'essere umano. Che la forza del film sia nel suo carattere autobiografico o meno, si assiste, in questa spassosa rilettura del classico romanzo di formazione, allo scardinamento di tanti clichè del costume sessuale occidentale e del modo di affrontarlo al cinema: una realtà che premia Gallienne come artista, oltre che come buon analista di se stesso.
(La recensione del film "
Tutto sua madre" è di
Elisa Lorenzini)
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