La recensione del film Tully

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TULLY - RECENSIONE

Tully recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Tully recensione] - Dura la vita con una bambina appena nata. Notti insonni, piagnistei, poppate, pannolini e ancora poppate, notti insonni, piagnistei. Ancora più dura se di figli ne hai altri due di cui uno problematico assai senza che i medici sappiano spiegare il perchè, nonni assenti e per marito (Ron Livingston) un cretinone, buono ma cretinone, gran lavoratore, affidabile padre di famiglia, il classico medioman che di notte se la russa, passa le serate sdraiato sul letto con le cuffie a giocare alla playstation e non si accorge che la moglie sta andando in frantumi. Nulla di nuovo (sul dramma post parto si veda per esempio Tutto parla di te di Alina Marazzi o Quando la notte di Cristina Comencini). Fintanto che, all'improvviso, arriva lei, la balia notturna ovvero la Tully del titolo e la vita d'incanto rifiorisce: Tully (Mackenzie Davis) fa tutto e sembra conoscerti da sempre, pulisce casa, cucina i pancake, riaccende gli spiriti assopiti del tuo uomo. Tully ti fa riscoprire chi sei o chi desideravi che fossi. Da qui in avanti anche la pellicola prende una piega inaspettata, dapprima intrigante poi, via via, sempre più intuibile. La resa però, anche del colpo di scena, tiene. Dirige Jason Reitman, degno erede di suo padre, e scrive Diablo Cody, qui alla loro terza collaborazione dopo Juno e Young Adult. Insieme danno vita al racconto di una commedia umana molto contemporanea, tutta al femminile, commedia dolceamara all'apparenza cinica e paradossale, in verità attraversata da una vena intimista e da un pragmatico romanticismo, che se voli troppo vicino al sole finisci per bruciarti e schiantarti al suolo. Ormai parte stabile della compagnia anche Charlize Theron protagonista di una performance immersiva di aderenza totale con il personaggio: ingrassata di 23 chili (e non di muscoli), con i rotoli di grasso, il doppio mento, la pelle della pancia cadente e le tette sformate riesce quasi nell'intento di spacciarsi per una donna normale. Rimpianti, recriminazioni, bilanci esistenziali, sogni di vie di fuga e di seconde possibilità incastonati in mezzo a dialoghi e battute fulminanti. Se avessi avuto un sogno nel cassetto adesso potrei almeno prendermela con qualcuno, dice lei. Elogio del quotidiano, della monotonia, dei piaceri semplici: svegliarsi, accompagnare i bambini a scuola, preparare la cena insieme a tuo marito. Un po' poco? Perchè, c'è dell'altro forse? (La recensione del film "Tully" è di Mirko Nottoli)
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