La recensione del film Tre volti

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TRE VOLTI - RECENSIONE

Tre volti recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Tre volti recensione] - Un video girato col telefonino dove una ragazza vedendosi vietare dalla famiglia la possibilità di fare l'attrice si impicca. Lo stesso Panahi, in compagnia dell'attrice Benhaz Jafari, nutrono qualche dubbio sulla veridicità di quel documentano e partono alla volta del piccolo paese della giovane, sulle montagne nel nord dell'Iran, per scoprire la verità. Impossibile accostarsi all'opera di Panahi senza considerare la sua vicenda personale e professionale che impregna i suoi film nella forma e nella sostanza in uno scambio di ruoli continuo tra realtà e finzione, tra fiction e documentario, tra autobiografia e romanzo. Come la ragazza che non può diventare attrice e gira un video col telefonino, così Panahi arrestato nel 2010 e condannato per 20 anni a non poter girare film, gira film in clandestinità, di nascosto, rubando scene alla quotidianità, riprendendo se stesso mentre fa il taxista, come nel precedente Taxi Teheran o come in questo Tre volti, improvvisando un'avventura on the road, quasi sempre nel chiuso dell'abitacolo dell'auto. La famiglia come lo Stato espressione di una società maschilista e retrograda, ancora legata ai miti e alle credenze popolari, che invidia i figli che osano a volare. Da tali premesse si può capire come il fare film diventi già di per sé un gesto di ribellione, un grido beffardo di libertà nei confronti di un mondo oscurantista e illiberale che se da un lato vieta ai liberi pensatori di esprimersi, dall'altro ancora si esalta nel ricordo delle star del cinema di prima della rivoluzione. Come nel video dell'aspirante attrice anche in Tre volti, esplicito riferimento all' ambiguità di quanto vediamo, ci si chiede: cosa è vero? Cosa è falso? Nell'evidenza di fare di necessità virtù, Panahi ribadisce la centralità dell'arte nelle sue varie espressioni e compie l'ennesima dichiarazione d'amore verso il cinema, che è tale sia nella dimostrazione dell'urgenza di farlo, come un impulso impossibile da reprimere, ma anche per la forza intrinseca del cinema stesso, capace di ammaliare e scaldare i cuori anche di coloro i quali consapevolmente pretenderebbero di zittirlo. L'anima di ognuno di noi, sembra dirci Panahi è più forte di qualsiasi calcolo o grettezza mentale. Pertanto se Tre volti può sembrare a tratti lento, inconcludente, a volte anche banale, beh per stavolta va bene lo stesso. (La recensione del film "Tre volti" è di Mirko Nottoli)
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