La recensione del film Tre tocchi

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TRE TOCCHI - RECENSIONE

Tre tocchi recensione
Recensione

di Martina Farci
[Tre tocchi recensione] - Tre Tocchi racconta l'intreccio di sei storie. Storie di attori, o meglio, storie di uomini, con tutte le loro passioni e frustrazioni, gioie e delusioni, successi e fallimenti. Vite profondamente diverse ma accumunate da due grandi passioni:il calcio e il lavoro. Gilles (Gilles Rocca) è un giovane attore di soap, bello e amato dalle ragazzine, spavaldo all'apparenza ma così insicuro da finire nel tunnel della cocaina; Vincenzo (Vincenzo De Michele) passa le sue giornate ad accudire il padre in ospedale ma sfoga la propria frustrazione nel sesso e nella violenza fisica; Leandro (Leandro Amato) torna nella sua Napoli molto più consapevole di prima; Max (Massimiliano Benvenuto) si è illuso di poter avere una carriera da attore mentre Antonio (Antonio Folletto) fa teatro ma cerca di diventare protagonista, più che del prossimo spettacolo, della propria vita. Il film di Marco Risi, presentato alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, vuole raccontare cosa si cela dietro il mestiere dell'attore, quali paure e insicurezze si vivono alla vigilia di un provino e lo fa attraverso le storie di sei ragazzi che ogni settimana si incontrano in un campo di periferia per giocare una partita di calcio nella squadra degli attori, la stessa nella quale una volta giocava Pier Paolo Pasolini, e che ora è allenata a Giacomino Losi. Risi, quindi, si affida ad esperienze vere e storie reali di attori che lottano in cerca di un lavoro e la cui frustrazione è ben tangibile. Ne esce, però, un ritratto di uomini perdenti e privi di valore che nello spogliatoio maschile di una squadra di calcio si perdono nel rincorrere una vita che sognano ma che non hanno il coraggio di vivere. Sono loro stessi delle comparse senza la dignità di provare a cambiare per fare la cosa giusta, rischiando solamente di perdere definitivamente il senso della bussola. Anche perché sembrano tutte storie senza futuro, dove il presente è segnato dalla vigliaccheria e dalla violenza fisica. È vero, le sei storie sono diverse, ma di base c'è una sofferenza che più che dispiacere irrita. Tre Tocchi, infatti, si perde nel ritrarre questi uomini all'apparenza forti ma sotto sotto feriti e che feriscono, soprattutto le poche donne presenti nel film. Queste ultime sono dipinte senza nessuno spessore, dove subiscono la brutalità dell'uomo e non reagiscono al trattamento che ricevono. Marco Risi vuole così, un film dove tutti sono perdenti e anche la figura dell'attore risulta più sporca che altro. (La recensione del film "Tre tocchi" è di Martina Farci)
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