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Trash recensione] - Per la prima volta il pubblico ha decretato il vincitore della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma e a trionfare è stato Trash di Stephen Daldry. Il film racconta la storia di Rafael (Rickson Tevez) e Gardo (Luis Eduardo), due ragazzi delle favelas di Rio de Janeiro che cercano oggetti fra i rifiuti della discarica locale e trovano nella spazzatura un portafoglio che cambierà per sempre le loro vite. Quando la polizia annuncia una ricompensa in cambio del portafoglio, i due ragazzi, insieme a Rato (Gabriel Weinstein), tentano di scoprire il perché di tanto interesse. Daldry, con Trash, torna alle origini del suo debutto cinematografico, dove con il suo Billy Elliot conquistò la platea mondiale raccontando con semplicità e delicatezza i sogni di un ragazzo e delle difficoltà affrontate per raggiungerlo. Qui i protagonisti sono tre ragazzi che lottano per la giustizia , per l'amicizia e "perché è giusto". Fonte inesauribile di entusiasmo, sono la colonna portante del film, coloro che tra i rifiuti, le discariche e la spazzatura continuano a credere nei loro sogni e fanno tutto il possibile per inseguirli e realizzarli. Perché Trash è un film sulla povertà e sulla corruzione che conquista lo spettatore fin dalle primissime inquadrature, grazie ad un ritmo incalzante e ad una regia abilissima nel reggerlo, che riesce ad esaltare le qualità dei protagonisti, loro che con la loro agilità saltano sui tetti e corrono per le strade per portare a termine quello che si sono prefissati, con ottimismo e determinazione. Daldry, quindi, coglie perfettamente la vita oltreoceano, analizzando dal punto di vista anglosassone – grazie anche alla presenza di Martin Sheene e Rooney Mara - le favelas brasiliane senza però mai dimenticare chi sono e da dove vengono i protagonisti della storia. Merito anche della sceneggiatura di Richard Curtis – sì, quello di Quattro matrimonio e un funerale e Love Actually - che riesce ad imprimere dialoghi essenziali e mai fuori luogo, che permettono di alternare diligentemente azione, avventura e sentimentalismo. Perché nonostante Trash si presenti come un film di denuncia sociale – e per gran parte del film lo è – ben presto si trasforma in una favola per ragazzi dove la speranza, il sorriso, l'amicizia e un inesauribile ottimismo sono le chiavi del successo. E Daldry, con la sua abilità e sensibilità, riesce a trasmettere il coraggio di questi ragazzi che credono fermamente nel lieto fine e se lo vanno a prendere. Trash diventa così, grazie anche ad una colonna sonora impeccabile, un film emozionante e coinvolgente, dove la realtà che diventa fiaba fa sia commuovere che riflettere.
(La recensione del film "
Trash" è di
Martina Farci)
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