La recensione del film Toy Story 4

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TOY STORY 4 - RECENSIONE

Toy Story 4 recensione
Recensione

di Rachele Di Paolo
[Toy Story 4 recensione] - La pioggia batte forte sui vetri di casa di Andy che rientra in fretta nella sua camera lasciando i suoi tanto amati giocattoli sul letto, per ripararli dal temporale. Ma uno è rimasto fuori, in balia di quello che per lui è un vero e proprio fiume che tenta di travolgerlo, si tratta di R.C. la macchinina telecomandata che nel primo film abbiamo visto aiutare Woody e Buzz a raggiungere Andy e gli altri giocattoli che erano già partiti per il trasloco. Woody, il cowboy, il leader, l'eroe, riuscirà a salvarlo con l'aiuto della pastorella Bo Peep che però, proprio un attimo dopo verrà presa dalla madre di Andy che la regalerà ad un'altra bimba. Qui la grande sofferenza del cowboy che dovrà rinunciare alla sua amata pur di continuare ad essere fedele al suo amico Andy. Questo è quello che ha sempre caratterizzato questo grande protagonista ed è il leitmotiv che ci accompagna per tutto questo quarto capitolo della grandiosa saga. La storia tornerà poi nel presente per presentarci la nuova realtà dei giocattoli nelle mani della dolcissima Bonnie; le cose però sono cambiate, Bonnie non è Andy e Woody lo sa, non l'ha mai dimenticato. Avviene poi un cambiamento importantissimo nella vita di ogni bambino, l'inizio dell'asilo: Bonnie è insicura, spaventata, Woody si infila nel suo zainetto e la aiuta per far sì che non le possa mancare nulla. È così che nasce Forky, la simpaticissima forchetta creata da Bonnie come lavoretto nel suo primo giorno di asilo: questo giocattolo sarà la chiave di volta del film, l'oggetto che, seppur all'apparenza più miserabile, sarà il più prezioso per lei e per i giocattoli che lo circondano. Infatti, durante un piccolo viaggio in camper della famiglia, nonostante Forky tenti più volte di scappare, Woody sarà sempre lì a riprenderlo per riportarlo indietro: in queste peripezie incontreranno nuovi e strani giocattoli, ma soprattutto la strada del cowboy incontrerà di nuovo quello della pastorella tanto amata. Bo Peep è ormai diversa, ha buttato l'abito rosa per lasciar spazio a pantaloni e fascia attorno al braccio che riescono a disegnarla già ad una prima occhiata per la combattente che è diventata. Così davanti a noi si apre l'universo spettacolare e commovente dei giocattoli smarriti che comprendono sia quelli ai quali piace la condizione di indipendenza, sia quelli che anelano l'amore e la presenza di un bambino. Tra un negozio di antiquariato con a capo Gabby Gabby, una bambola degli anni '50 con l'altoparlante rotto, e un luna park pieno di giocattoli da vincere, troviamo quindi nuovi e vecchi amici, in un connubio che ci porterà su nuove strade completamente inaspettate, il tutto condito da un'ironia travolgente ed una perfetta costruzione individuale di ogni personaggio. Naturalmente sarà sempre Woody al centro, un cowboy cresciuto, più maturo, che cerca di ascoltare la voce della sua coscienza un po' a modo suo, così come il suo grande compagno Buzz, fedele e vero amico di sempre. È una storia densa di emozioni dove anche un occhio poco esperto può notare gli strabilianti passi avanti compiuti dai tecnici e dai creativi Pixar. Una storia che sembra chiudere un ciclo che colleziona successi da ormai ventiquattro anni e che non smetterà mai di emozionare, di toccare quelle corde che non possono non muovere qualcosa dentro ognuno di noi. Andate a concedervi un'ora e mezza di risate e batticuore, lasciatevi trasportare da questo nuovo capitolo, da questa nuova maturità; un po' come direbbe Buzz Lightyear, il più grande tra gli Space Ranger, Verso l'infinito ed oltre. (La recensione del film "Toy Story 4" è di Rachele Di Paolo)
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