La recensione del film The Vanishing

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

THE VANISHING - RECENSIONE

The Vanishing recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[The Vanishing recensione] - Kristoffer Nyholm, cineasta danese, dirige "The vanishing", una storia che riporta in vita un mistero successo nel 1899 nell'isola Eilean Mòr, dove sparirono senza lasciare traccia tre uomini, James Ducat, Thomas Marshall e Donald McArthur, guardiani del faro posto al centro dell'Isola dal 1896. I tre uomini in questione approdarono sull'isola seguendo una turnazione di 15 giorni con altri guardiani. Thomas (Peter Mullan), James (Gerad Butler) e il giovane Donald (Connor Swindells), si ritrovano accomunati nel ruolo di guardiani in un luogo isolato, circondato dall'immensità del mare, ognuno con il proprio bagaglio di sofferenze lasciate sulla terraferma, sofferenze che puntuali si presentano come fantasmi lacerando gli animi. La convivenza sterile e noiosa viene stravolta da un evento improvviso. I tre guardiani scorgono una piccola imbarcazione alla deriva, affiancata dal corpo di un uomo all'apparenza senza vita. Non è come sembra, ma i tre guardiani riescono a neutralizzare l'uomo e ad impossessarsi di una cassa contenente dei lingotti d'oro. Da quel momento per i tre uomini tutto assume una condizione esistenziale unica ed inimmaginabile. Kristoffer Nyholm, forte dell'ottima sceneggiatura di Joe Bone e Celyn Jones, dirige un dramma che con sapienza narrativa sfocia nel genere thriller attraverso eventi che mettono in scena le motivazioni dei delitti ed in seguito l'incontrollabile disperazione dei personaggi, in particolare di James, all'apparenza, ma solo all'apparenza, forte anche psicologicamente. "The Vanishing" si prospetta subito come l'ideazione di un luogo sinistro che racchiude l'alienazione dell'isolamento umano, con l'assordante garrito dei gabbiani, ed il moto incessante delle onde del mare sbattute con forza dal vento contro rocce maestose. La bestialità del male s'insinua ineluttabile lasciando ampio spazio alla paura, alla povertà d'animo, all'asservimento di pensieri oscuri e incontrollabili, anticamera di una follia omicida. "The Vanishing" non indugia su aspetti marginali a garanzia di una continuità narrativa che gioca in particolare sugli aspetti visivi, con inquadrature necessarie, correttamente in successione tra loro, nella costruzione di un'accattivante drammatizzazione che trascina lo spettatore in una suspense incalzante, fino alla fine dell'opera. Se la sceneggiatura e la regia sono una garanzia, la recitazione contenuta in magistrali primi piani mostra chi parla ed anche chi pensa, e il fascino della bellissima fotografia di Jorgen Johansson, sono fondamentali per una grammatica che ha permesso a "The Vanishing" di essere un thriller sui generis, che gestisce in un'intelligente tensione scenica la sua compassata lentezza. Nyholm ha saputo giocare molto bene sull'evoluzione narrativa della storia, che trasforma la coercizione della solitudine prima in compromessi da rispettare per eventi inaspettati, per poi elaborare alla perfezione la dinamica di una convivenza anomala, inquietante, tutta affidata all'impianto teatrale, ma di un'efficacia filmica entusiasmante. (La recensione del film "The Vanishing" è di Rosalinda Gaudiano)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "The Vanishing":




Torna ai contenuti | Torna al menu