di R. Gaudiano
[
The Old Man and the Gun recensione] - Esistono storie di vita veramente sconcertanti. Una di queste storie appartiene a Forrest Tucker, ladro gentiluomo, evaso innumerevoli volte di prigione, fino all'età di 70 anni quando riuscì ancora ad evadere dalla prigione di S. Quintino, per continuare a rapinare banche, con eleganza e senza mai usare violenza alcuna. Fu appunto un giornalista del New Yorker, David Grann, conquistato dalle gesta uniche di questo strano rapinatore a scrivere un articolo sulle avventure, chiamiamole così, di Tucker. David Lowery non si è fatto sfuggire la storia e ha realizzato un film in proposito usando proprio il titolo che David Grann diede al suo pezzo: The Old Man & the Gun. Lowery sa il fatto suo. Con uno stile che rifugge da schematismi, realizza "The Old Man & the Gun" come spettacolo cinematografico, momento autonomo e fondamentale dell'immaginario, declinando sulla scena cinematografica la vita del bandito Tucker, caratterizzato magistralmente da Robert Redford. La storia si dipana tra una passione improvvisa di Forrest Tucker per Jewel, una donna (Sissi Spacek) incontrata per caso e il rapporto quasi burlesco con il giovane detective John Hunt (Casey Afflek) che ama il suo lavoro e per questo sarà ricompensato proprio quando stringerà, incredulo, le manette intorno ai polsi di Tucker. "The Old Man & the Gun" non si risolve solo nel racconto singolare e reale della vita spericolata di Tucker. Mette in discussione l'essenza della vita stessa nel diritto di ognuno di viverla perseguendo le scelte cui si è incline. E su questo Lowery riesce a rendere perfettamente l'idea attraverso le riflessioni di Jewel, le azioni criminali di Tucker e la perseveranza nel lavoro del detective Hunt. Tucker verrà ammanettato alla veneranda età di 78 anni, ma avrà vissuto la sua vita come ha creduto di viverla, da incallito criminale e tutto di lui diventerà leggenda. La scelta di Robert Redford nella parte di Tucker istrionico ed adulatore, credo non potesse essere scelta migliore e, a quanto sappiamo, sarà il suo ultimo lavoro come attore prima di dedicarsi definitivamente alla pittura. Redford ha dato il volto a tantissimi personaggi con convinzione e passione ed ha segnato con eleganza e bravura un lungo periodo del cinema americano, proprio come è stata la vita di quel ladro gentiluomo. Lowery riesce molto bene con "The Old Man & the Gun" a coniugare l'ironia, il piacere dello spettacolo, il gusto dell'avventura della vita in una prospettiva metaforica o simbolica di forte incidenza, in un dialogo aperto con lo spettatore in quelle problematiche che sono il fondamento della vita stessa. E' il Cinema che permette tutto questo. Il Cinema, come mezzo straordinario per narrare storie di vita vera filtrandole attraverso un universo immaginario in cui far passare la visione del mondo, creando uno straordinario affascinante lavoro di cui gode la platea nella sala buia, in un silenzio che sempre sa di magia.
(La recensione del film "
The Old Man and the Gun" è di
Rosalinda Gaudiano)
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