La recensione del film The Old Guard

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THE OLD GUARD - RECENSIONE

The Old Guard recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[The Old Guard recensione] - E' possibile che sia davvero Netflix il futuro del cinema. Col Covid ne abbiamo avuto un assaggio, per cui cosa potrebbe aspettarci? Produzioni di livello medio, medio/alto, star hollywoodiane circondate da attori più local o di nicchia, registi semiesordienti, registi impegnati e mostri sacri del cinema, libertà espressiva quasi illimitata. Il che si traduce in decine e decine di film e serie tv e film e serie tv girati forse di nascosto, forse di notte, settimanalmente messi on line e che dopo una settimana nessuno sa più che fine facciano, in quell'eterno presente che è internet. Tanto non devono incassare, non devono guadagnare, pochi minuti bastano al sistema per decretare che un film è "stato visto" e che quindi è un successo. Ogni film è un evento, ogni film, qualsiasi ciofeca esso sia, schizza in vetta alla classifica dei più visti, per poi finire in un baleno nel dimenticatoio. Produrre, produrre, produrre, sempre cose nuove affinché la gente continui a vedere e a rinnovare l'abbonamento (costa così poco del resto). Certo, i film rimangono in rete ma che li va a ripescare? Chi si ricorda più del Buco per esempio, "film evento" uscito a inizio pandemia? In internet tutto rimane ma se vai a cercare una articolo di qualche tempo fa, a fatica riesci a trovare l'anno a cui si riferisce. Tutto accade qui ed ora e basta. Qui ed ora accade The old guard di Gina Prince-Bythewood come qui ed ora accadeva qualche settimana fa The last days of american crime e come ancora prima accadeva Tyler Rake. Passato remoto, oramai. Eterno presente significa essere costantemente sul pezzo, cavalcare l'onda, seguire i trend. Quindi se non hai una graphic novel oggi non sei nessuno. Quindi se non hai un'eroina donna, una produttrice donna e una regista donna oggi non sei nessuno. Anche se non hai una storia omo oggi rischi di non essere nessuno. Quindi ecco The old guard con Charlize Theron nei panni di Andromaca (sì sì, proprio Andromaca) alla testa di un manipolo di guerrieri immortali (sì, avete capito bene, immortali), tutti maschi sottomessi, ovviamente. In ordine sparso: Mathias Schonearts (alzi la mano chi sa come si scrive), il nostro Luca Marinelli e Marwan Kenzari, attore olandese d'origini tunisine perchè anche se non sei sensibile al melting pot oggi non sei nessuno. Motivo per cui la new entry del gruppo è una giovane marines di colore e sempre all'insegna di un superficiale senso del politicamente corretto si spiega perchè il villain del racconto è il CEO di una multinazionale del farmaco, guarda caso un maschio bianco dall'aria spudoratamente viscida e stupidamente privo di scrupoli. Struttura del film e l'eloquente finale danno adito alla possibilità di infiniti sequel o, ancor meglio, ad una serie tv (nel caso Charlize Theron ha già messo le mani avanti per salutare la compagnia). Come già accennato, alla base di The old guard c'è il fumetto omonimo creato da Greg Rucka. Come già accennato, si parla di immortali, impossibile non pensare ad Highlander che però non c'entra niente. Come già accennato, The old guard è un tipico prodotto Netflix per cui non c'è niente che non vada se non che è un tipico prodotto Netflix ovvero da vedere e dimenticare in fretta (Netflix per Netflix allora molto meglio Tyler Rake). (La recensione del film "The Old Guard" è di Mirko Nottoli)
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