La recensione del film The Last Witch Hunter

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THE LAST WITCH HUNTER - RECENSIONE

The Last Witch Hunter recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[The Last Witch Hunter recensione] - Per la maggior parte di noi sfiga sarebbe perdere la vita. Non per un barbuto e capelluto Vin Diesel che pare uscito direttamente dal serial Viking. Una strega cattiva infatti, per fargli dispetto, pensa bene non di togliergliela bensì di donargliela in eterno. Non fa in tempo a finire l'incipit che arriva lo spiegone di Alfred a.k.a. Michael Caine: le streghe sono tra di noi, da sempre. Ma mentre una volta erano molto potenti e governavano il mondo oggi, grazie alle gesta dell'ultimo cacciatore del titolo, che da quella volta, quello scherzetto se l'è legato al dito, sono molto ridimensionate, vivono pacificamente nell'anonimato, rifugiandosi in bar simil gay dove si ritrovano tra pari tenendo a bada i loro super poteri. Al punto che la giurisdizione del nostro crapa pelata, con l'avvallo della Santa Sede, serve giusto per interrompere turbolenze sui voli di linea causate da streghette distratte. Ma attenzione perchè lo slogan "tremate tremate le streghe son tornate " è sempre di gran moda. Difficile che un film come The last witch hunter, fantasy-horror, molto più fantasy che horror, fatto uscire appositamente nel week end di Halloween all'indirizzo di un pubblico di teenager, possa essere molto bello. Al massimo, se ti va fatta bene, ottieni L'apprendista stregone, con Nicolas Cage. Ben più facile che ti esca una cagata immonda. Invece The last witch hunter, un po' Higlander, un po' Blade, si lascia guardare. Intendiamoci, è uno di quei film di cui ci si dimentica non appena si varca con un passo l'uscita del cinema ma, finchè dura, funziona. Breck Eisner, già regista de La città verrà distrutta all'alba, non si fa soverchiare dagli effetti digitali, anzi li governa e li adegua all'azione che resta sempre chiara e leggibile, al contorno scenografico predilige il racconto che riesce a riverberare nella vicenda personale del protagonista un afflato universale con qualche accenno di epica. La cosa migliore del film rimane comunque il cappotto di Vin Diesel. La peggiore: l'espressione ebete di Elijah Wood. Più vigile e reattivo rispetto ad altre prove viste di recente, il nostro Dominic Toretto qui forse trova il nuovo franchising da affiancare a Fast and Furious e Riddick. Il finale, aperto, già lascia intravedere la possibilità del sequel. Nell'evenienza lo aspettiamo con nessuna trepidazione. (La recensione del film "The Last Witch Hunter" è di Mirko Nottoli)
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