di M. Marescalco
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The Last Duel recensione] - A ricordarci che il personaggio di Marguerite (interpretato da Jodie Comer) è l'asse narrativo e visivo di The Last Duel si fa carico il primo sintagma dell'ultimo film diretto da Ridley Scott e presentato in anteprima mondiale alla 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. I due cavalieri Jean de Carrouges e Jacques Le Gris si preparano per affrontarsi in duello mentre la figura di Marguerite fa da sfondo che unisce i destini dei tre personaggi. Quando la battaglia sta per avere inizio, il cold opening trova la sua conclusione e un flashback consente di esplorare i percorsi di vita che hanno portato de Carrouges, Le Gris e Marguerite in quella situazione iniziale.
Basato su eventi reali, The Last Duel racconta il rapporto di amicizia e odio tra Jean de Carrouges (interpretato da Matt Damon) e Jacques Le Gris (portato in scena da Adam Driver): ex compagni di guerra, i due sono stati allontanati dagli stili di vita opposti e dall'amore nei confronti di Marguerite, sposata dal primo e violentata dal secondo. Il film racconta l'ultimo duello di Dio di Francia, durante il quale un cavaliere e signorotto normanno sfidò, nel 1386, un antico compagno d'armi divenuto col tempo nemico per avergli stuprato la moglie. All'epoca, le consorti venivano annoverate tra i ben di proprietà dei mariti e ricevevano la medesima considerazione di un pezzo di terra o di un capo di bestiame. Purtroppo, le donne erano anche caute nel rivelare le aggressioni che subivano perché, se per caso il duello andava male e il loro difensore soccombeva, loro venivano bruciate a fuoco lento sulla pubblica piazza secondo volontà divina. Nonostante ciò, in seguito all'offesa subita, Marguerite ha deciso di evitare di tirarsi indietro e denunciare Le Gris: un atto di coraggio e di sfida che ha messo in pericolo la sua vita pur di cambiare la situazione contemporanea.
Al di là di alcune sequenze dure e muscolari in occasioni delle quali Ridley Scott riporta in scena la sua idea di duello, The Last Duel è costruito come una sorta di Rashomon che indugia sulle versioni (differenti) dei suoi tre protagonisti. Jean de Carrouges, Jacques Le Gris e Marguerite forniscono tre punti di vista diversi che sono sviluppati attraverso la focalizzazione del regista su dettagli riguardanti sguardi ed espressioni. La ricerca compulsiva della verità è perseguita tramite variazioni di prospettiva, prepotenti ellissi narrative e sequenze che si riavvolgono. Forte di un'estetica plumbea, l'ultimo progetto del regista de Il Gladiatore mette in scena una vicenda dal respiro antico che, però, riesce a trasformarsi in contemporanea e a riflettere su questioni che hanno la medesima durata del globo.
Realizzare un affresco storico non è il solo obiettivo di Ridley Scott ma è accompagnato anche dalla volontà di dare vita a una sorta di kammerspiel sentimentale che utilizza la terra, i corpi, il movimento e la luce per costruire un film crepuscolare dove, in fin dei conti, non ci sono vincitori né vinti, i cavalieri sono preda delle loro peggiori pulsioni e le principesse appartengono soltanto al lontano mondo delle fiabe.
The Last Duel sarà distribuito in Italia da 20th Century Studios a partire dal prossimo 14 ottobre.
(La recensione del film "
The Last Duel" è di
Matteo Marescalco)
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