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Finding Happiness recensione] - Una figura solida quanto fragile, quella del criptoanalista Alan Turing: due caratteristiche che vanno a delineare la sua identità in quanto scienziato e in quanto persona.
Preziosa come le quattordici milioni di vite che è riuscito a salvare e unica come la
capacità di decifrare Enigma, la quale decrittazione avrebbe stabilito il vincitore della seconda guerra mondiale.
Dal regista norvegese di "Headhunters" (candidato ai BAFTA 2012) Morten Tyldum, il suo primo film in lingua inglese, vincitore del TIFF - Toronto International Film Festival.
Turing fu condannato dallo stato inglese a causa della sua omosessualità (1952 Manchester, Inghilterra) a subire la "castrazione chimica" mediante l'uso di estrogeno sintetico che lo portò a diventare l'ombra di se stesso perdendo la capacità di ragionare. Morì ad appena quarantun'anni suicida, avvelenato da una mela intrisa di cianuro.
Di Benedict Cumberbatch ("Il Quinto Potere", " Into Darkness - Star Trek ") l'ineccepibile interpretazione del genio Turing in tutta la sua complessità.
Coadiuvato da una mente forte e brillante, quella di Joan Clarke (Keira Knightley, "Espiazione", "Orgoglio e Pregiudizio") unica che gli sarà vicina prima della sua presa di posizione nei confronti della sua stessa situazione.
Per Joan, ragazza proveniente da una famiglia molto religiosa, Alan provò sincero affetto e la sposò, ma al principale fine che rimanesse in quanto collaboratrice.
Una produzione ricca ed un cast di prim ordine, vedendo anche Matthew Goode ("The single man", "Match point") nel ruolo di Hugh Alexander.
Rimansto noto a pochi il merito del salvataggio di un numero tale di vite pari ad un quarto della popolazione italiana d'oggi, la storia del criptoanalista è stata resa nota appena nel dicembre 2011.
Riportando alcuni emblematici esempi del suo distacco nei confronti della realtà e più in specifico della socialità, il racconto si avvale di un'ironia particolare che permette di immergersi ulteriormente nella personalità del matematico.
Tratto da una storia vera, il racconto del percorso di Alan e il suo personaggio monopolizzano l'attenzione dello spettatore che non può che provare una profonda empatia per colui che finalmente è stato riconosciuto internazionalmente in quanto eroe.
Complessa quanto la sua stessa creazione ("la macchina di Turing" ovvero l'attuale computer) la mente del matematico che ha aperto la ricerca nel campo della moderna informatica, seguiva meccanismi altrettanto elitari per quanto riguarda la comprensione alla maggior parte delle persone che lo conobbero.
La sceneggiatura (tratta dal romanzo "Alan Turing. Storia di un enigma" di Andrew Hodges) è firmata dal romanziere Graham Moore (anche produttore esecutivo).
L'idea di trasporre la vita di Alan in un film naque quando i produttori Nora Grossamn e Ido Ostrowsky lessero un'articolo in cui il ministro Gordon Brown a nome del governo porgeva le scuse nei confronti del matematico per il trattamento subito dopo la seconda guerra mondiale.
Assolutamente degna di nota la colonna sonora del compositore Alexandre Desplat (già collaboratore nelle produzioni di Wes Anderson, Stephen Daldry, Roman Polanski).
(La recensione del film "
The Imitation Game" è di
Luisa Pagani)
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