La recensione del film The German Doctor

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THE GERMAN DOCTOR - RECENSIONE

The German Doctor recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[The German Doctor recensione] - Josef Mengele meglio conosciuto come l'Angelo della morte. Medico, scienziato, criminale di guerra nazista, scampato al processo di Norimberga e rifugiatosi in sud America insieme a tanti come lui, complici le connivenze dei poteri forti. Ricercato, dal Mossad israeliano in primis, morirą in Brasile nel 1979 di morte naturale, per arresto cardiaco mentre nuotava nell'oceano. La sua triste fama č legata alle sperimentazioni di eugenetica da lui condotte su cavie umane nel lager di Auschwitz, con una predilezione particolare per i bambini gemelli omozigoti, al fine di raggiungere la perfezione della razza. In The German Doctor lo troviamo all'inizio degli anni '60, in Argentina, sotto mentite spoglie, con lo sguardo glaciale e i modi melliflui di Alex Brendemuhl, al seguito di una famiglia la cui figlia dodicenne, troppo gracile per la sua etą, attira le brame del dottore. Lucia Puenzo, gią regista del bel XXY, dirige e produce un film, che trae da un suo proprio racconto, che non si ferma al biopic. Non solo perchč il film č una semi-fiction basata su fatti plausibili ma non provati ma soprattutto perchč la Puenzo sembra pił attratta ad indagare il rapporto ambiguo che si instaura tra il medico e l'adolescente, nel momento del costituirsi dell'identitą sessuale e sociale della giovane pronta ad assecondare le devianze dell'uomo pur di sfuggire agli scherni delle compagne di scuola, inserendo una piccola storia (falsa) nella grande Storia (vera) e ricoprendola di un'oppressiva atmosfera thriller. Presentato all'ultimo festival di Cannes e candidato all'Oscar per l'Argentina come miglior film straniero (ma purtroppo per loro in gara c'era anche il nostro Sorrentino: a proposito, chi dice che La grande bellezza non č un bel film non capisce niente! Scusate ma non avevamo ancora avuto l'occasione per dirlo), The German Doctor, pur con qualche caduta di ritmo che fa allentare la tensione e qualche passaggio gaglioffo come durante l'inseguimento finale in cui prima gli sono alle calcagne e poi, chissą come, arrivano a destinazione con mezz'ora di ritardo, lasciando al fuggitivo il tempo di farsi una doccia e bersi un caffč in tutto relax prima di prendere il volo, trova un ulteriore motivo di interesse nel tema delle bambole che il padre della ragazzina progetta e il medico fa costruire, bambole tutte uguali, dalle parti intercambiabili, con gli occhi reclinabili, i capelli umani e un cuore pulsante nel petto, che la pellicola introduce quale metafora, tra l'altro di grande attualitą, della razza pura alla quale Mengele avrebbe voluto ridurre l'umanitą, ficcante riprova della follia sottesa al disegno nazista. (La recensione del film "The German Doctor" è di Mirko Nottoli)
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