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The Gambler recensione] - Arriva dai paesi baltici la sorpresa forse più piacevole e inaspettata di questo ultimo, torrido, scorcio di stagione cinematografica, con la mente già lontana, tra un mondiale che parte e voglia di vacanze. Ad essere onesti non immaginavamo nemmeno esistesse una cinematografia lituana o lettone e invece, complici sale semideserte e il Biografilm Festival dove il film è stato presentato in anteprima nazionale, apprendiamo che esiste, eccome. Non siamo gli unici a non essere ferrati sull' argomento. Se per esempio si cercano su IMDb notizie sullo straordinario protagonista di questo The gambler, tal Vytautas Kaniusonis (solo a scriverlo passa la voglia), si scoprirà che è un attore (e fino a lì...) e, cosa ben più importante, che è alto 1 metro e 85 (secondo noi è di più). In The Gambler, di Ignas Jonynas, egli interpreta Vincentas, il più volte vincitore del premio "miglior medico" assegnato dal Pronto Soccorso dell'ospedale in cui lavora. Alcuni episodi di normale vita vissuta, tratteggiati con stile asciutto e fortemente realista, quasi documentario, ci fanno capire che Vincentas è onesto e coraggioso, forse un po' burbero ma tutto d' un pezzo, uno insomma di cui ci si può fidare. Vincentas però ha un vizio (alzi la mano chi l'ha già capito): gioca. Gioca sempre e su tutto, sperperando il suo misero stipendio e contagiando i colleghi. Poco male se si tratta di una mano al gioco dell'oca, anche quando c'è il cadavere ancora caldo sull' ambulanza. Peggio se a causa del gioco viene malmenato da un creditore in un vicolo di notte. Fino qui tuttavia il confine tra bene e male è ancora netto. Comincia a farsi confuso quando l'oggetto delle scommesse diventa la vita o la morte delle persone che giungono in ospedale. Un vero e proprio sistema messo a punto da Vincentas con tanto di indici di probabilità, quote, diagnosi mediche sullo stato di salute del paziente. Come si sa non c'è nulla di più serio del gioco e la cosa cominciata per ischerzo sfugge presto di mano. Dove sta il limite morale? Dove finisce l'umanità? E' vero che scommettere non influisce sulla condizione del paziente, ma quanto ci impiega l'avidità a trasformare un essere umano in un mostro? E se un giorno fosse un tuo caro a giungere al pronto soccorso in condizioni critiche? O un collega, o la tua amata? Queste le contraddizioni su cui riflette The gambler e con le quali Vincentas dovrà fare i conti scoprendo quanto possa essere pericoloso sottovalutare la meschinità umana. Purtroppo nel descrivere la parabola esistenziale dei suoi protagonisti l'opera di Jonynas tende a scomporsi nella seconda parte, perdendo un po' di lucidità, soprattutto negli atteggiamenti troppo categorici e conflittuali della protagonista femminile, sfociando in una drammaticità sensazionalista che rischia di rinnegare l'atmosfera di autentico realismo che aveva segnato il resto della pellicola. Cionostante resta la scoperta di un'opera intensa, con un attore che ci piacerebbe ritrovare, un' opera che consigliamo nel caso la si trovi nei pochi cinema ancora aperti, tra una partita e l'altra, ovviamente quando non gioca l'Italia.
(La recensione del film "
The Gambler" è di
Mirko Nottoli)
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