La recensione del film The Equalizer

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THE EQUALIZER - RECENSIONE

The Equalizer recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[The Equalizer recensione] - Un uomo non più giovanissimo lavora da Castorama. Tutte le sere va a cena in una tavola calda, si siede al tavolo da solo e legge un libro. Anche una giovane prostituta frequenta lo stesso locale. Lentamente, tra i due, si instaura una timida amicizia. Finché una sera la giovane non si presenta, qualcuno l'ha rapita e massacrata di botte. Il mite commesso di Castorama allora, che si scoprirà essere un ex agente segreto, decide di vendicarla, trovando e uccidendo quelli che le hanno fatto del male. Cos'è, si chiederà, l'ennesimo film con Liam Neeson? Sbagliato. E' il nuovo film con Denzel Washington, The Equalizer e, con tutto il rispetto, siamo su un altro pianeta. Avete presente Denzel Washington? La faccia di Denzel Washington? L'espressione di Denzel Washington, piena di spocchia? La camminata di Denzel Washington? Si potrebbe fare un film intero riprendendo solo Denzel Washington che cammina, con quella faccia da spocchia. Ebbene, The Equalizer è Denzel Washington elevato a potenza, diretto, a distanza ravvicinata, da un Antoine Fuqua anch'egli ispiratissimo. Quanti ne abbiamo visti di ex agenti speciali infallibili? Tanti ma nessuno come The Equalizer. Perché The Equalizer è davvero una macchina di morte. Inesorabile, imperturbabile, invincibile. Se prendiamo, per esempio il recente, John Wick, anch'egli viene presentato come una macchina di morte, inesorabile, imperturbabile e imbattibile, ma alla prova dei fatti John Wick piglia un sacco di botte anche dall'ultimo degli scagnozzi. Denzel Washington no, a mala a pena i nemici riescono a sfiorarlo. Perché è credenza invalsa che la vendetta per essere assaporata deve essere combattuta. Nulla di più sbagliato. La vendetta veramente appagante, quella che produce una scarica di adrenalina violenta, è quella a senso unico, quella che si risolve con una vittoria schiacciante, quella che non ha gara. Il nemico non va semplicemente sconfitto, va annientato, annichilito, ecco ciò che pone The Equalizer un paio di spanne sopra a tutti gli altri prodotti similari. Non importa quanto il nemico sia forte, quanto numeroso o spietato, il risultato non cambia: Denzel Washington aka The Equalizer aka Robert McCall (già protagonista di una serie televisiva degli anni '80, "Un giustiziere a New York, da cui la pellicola è tratta) gli contrapporrà sempre la stessa faccia imperturbabile piena di spocchia di chi sa già che chi vince non è in discussione, l'incognita semmai può riguardare il metodo o quanti secondi, cronometro alla mani, impiegherà per ottenerla. Senza grandi effetti speciali, senza grandi combattimenti coreografati, senza troppe evoluzioni e capriole da circensi, The Equalizer è un fuso che corre dritto lungo una retta in ascesa, un'escalation fatta di mosse e contromosse, di livello sempre maggiore, costante e avvincente, fino al gran finale, ovviamente dentro a Castorama. E tra le righe la pellicola va tratteggiando il protagonista il quale assume i connotati di un cavaliere oscuro che, pur senza costume da pipistrello, veglia sulla città, intervenendo, nell'ombra, in difesa dei più deboli, per riparare torti, punire soprusi, senza clamori e senza pretendere nulla che non sia ristabilire nel mondo un minimo di equità. (La recensione del film "The Equalizer" è di Mirko Nottoli)
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