La recensione del film The Conjuring Per ordine del diavolo

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THE CONJURING PER ORDINE DEL DIAVOLO - RECENSIONE

The Conjuring Per ordine del diavolo recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[The Conjuring Per ordine del diavolo recensione] - 1981, Connecticut. Arne Johnson viene arrestato con l'accusa di omicidio. Il processo, che vedrà il coinvolgimento di Ed e Lorraine Warren, passerà alla storia come il primo, creando pertanto un precedente, in cui a difesa dell'imputato viene portato come attenuante l'essere stato vittima, nel momento dell'uccisione, di una possessione demoniaca. Seguirono polemiche ma non è questo che interessa al film. Terzo capitolo dedicato alle gesta dei coniugi Warren, stavolta diretto non più dal creatore della saga, James Wan, impegnato ormai in altri più ambiziosi progetti e rimasto nelle vesti di co-sceneggiatore e produttore, ma da Michael Chaves, già autore de La llorona, uno degli spin off, insieme a The nun e dell'altra saga riservata alla bambola Annabelle (la nostra preferita – doverosamente citata e fatta intravedere nel film), del cosiddetto The conjuring Universe, comunque all'insegna della più totale idea di continuità e coerenza, e di stile e di temi, rispetto ai predecessori. Le polemiche che seguirono, riguardarono le accuse rivolte ai Warren di aver approfittato della disabilità mentale dell'accusato per pubblicizzare la propria attività di paragnosti. The conjuring però gioca su tutt'altro terreno prendendo spunto dai casi più celebri dei coniugi già ampiamente saccheggiati da cinema, tv e letteratura, per costruire opere horror che diventino a loro volta pretesto per raccontare un'epoca, un luogo geografico, perlopiù periferico, un caso umano che abbia al centro un dramma personale di dolore, morte, speranza e rinascita, sempre diverso. Con, dietro a tutto, sopra a tutto, l'indissolubile rapporto che ha legato per la vita i due protagonisti. Più che altrove, in The conjuring - per ordine del diavolo, la componente horror viene ulteriormente attenuata seguendo la pellicola un iter più vicino ai canoni del thriller e del poliziesco, oltre al possedere una rilevante anima sentimentale, inedita, almeno in tali proporzioni, per prodotti di genere come questo. La saga si fa altresì apprezzare per il tentativo, evidente nelle ultime pellicole, pensiamo soprattutto ad Annabelle 3, di percorrere sentieri meno battuti di quelli dell'horror mainstream contemporaneo, tutto spaventi, apparizioni ultraterrene e salti improvvisi sulla sedia, cercando di ridefinire i meccanismi che governano la paura. In The conjuring troviamo così una cura nella rievocazione storica e nella descrizione d'ambiente rara per qualsiasi altro prodotto analogo, un'attenzione per la scrittura maggiore alla media (anche se non tutto fila liscio, nella fattispecie la soluzione dell'intrigo suona alquanto facilona e le motivazioni a monte completamente sottaciute) e soprattutto due protagonisti, Patrick Wilson e Vera Farmiga, che sono due attori con la A maiuscola, belli e bravi ma in maniera discreta, il cui affiatamento crea quell'alchimia indefinibile che è l'indiscusso valore aggiunto della serie. Sono loro, Ed e Lorraine Warren, la chiave del successo del brand, il loro legame, la loro forza, la fiducia cieca che hanno l'uno nell'altra, il loro amore più potente di qualsiasi spirito malvagio. Perchè è vero quello che scrivono i poeti, l'amore è l'unica risposta. (La recensione del film "The Conjuring Per ordine del diavolo" è di Mirko Nottoli)
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