di R. Gaudiano
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The Circle recensione] - "Conoscere è un bene, ma sapere tutto è meglio" è il mantra che recita Eamon Bailey (Tom Hanks), uno dei fondatori della grande rete multimediale "The Circle", un ibrido di tutte le maggiori società tecnologiche che conosciamo oggi. Il suo obiettivo è di chiudere il cerchio, creando una community trasparente, dove tutte le esperienze vengano condivise. La digitalizzazione delle attività quotidiane di coloro che aderiscono alla TruYou è sintetizzata in una singola applicazione per la registrazione di tutte le applicazioni degli utenti, riducendo la necessità di aprire e di registrarsi ogni volta, usando un solo account, una sola identità, una sola password, un solo sistema di pagamento. E voilà, siamo in rete, nel cerchio, con tutte le nostre informazioni personali. Mae Holland (Emma Watson) è una neo laureata che viene assunta per lavorare a "The Circle" ed è molto fiera e altrettanto convinta che lavorare per la prima azienda di tecnologia e social media del mondo sia la più grande opportunità della sua vita. James Ponsoldt, regista e co-sceneggiatore di "The Circle" insieme a Dave Eggers, trae l'idea dal romanzo di Dave Eggers, scrittore genialoide che nella sua opera "Il cerchio" si annuncia preveggente nell'analisi di una società spinta su una piattaforma multimediale, imbrigliata nell'assoluta perdita della propria privacy. La giovane Mae è affascinata dalle parole di Bailey e si dedica al suo nuovo lavoro come un valoroso soldato ubbidiente. Ma Mercer (Ellar Coltrane), amico d'infanzia di Mae e lo stesso Ty (John Boyega) primo fondatore di "The Circle", tentano di metterla in guardia dalla machiavellica macchina multimediale in cui tutto viene registrato, visto, trasmesso e dove tutti possono usare informazioni a loro piacimento. "The Circle" osa alto, nel racconto di una società che potremmo definire futura, ma a noi molto vicina, in cui la privacy è al bando, complice un'umanità conquistata da un'idea edificante di trasparenza, ma che nel risvolto della medaglia si rivela un voyeurismo abbrutente e disumanizzante. Non c'è nulla di superlativo, di nobile e soprattutto garante di una società sana, in un cerchio multimediale, immenso contenitore d'identità burattine gestite da burattinai furbacchioni che usano la trasparenza per potere e per propri tornaconti. La trasposizione cinematografica del romanzo di Eggers è resa molto bene nella sinergia tra la concatenazione logica degli eventi e le modalità con cui essi vengono presentati. Il punto di vista di Ponsoldt è chiaro nel linguaggio delle immagini, riuscendo a rendere con cautela e distanza quel senso (a)critico che rafforzi la cooperazione interpretativa dello spettatore, il quale, alla fine, crede, desidera, auspica e spera che il pericolo di un'illusoria trasparenza di un'umanità robotizzata attraverso questi circuiti multimediali si disintegri sul nascere. Il pericolo che correva "The Circle" era mutilare la fantasia della spettatore, garantita nel testo letterario al lettore, chiamando in causa più canali sensoriali. A questo proposito il film non delude riuscendo nella simultaneità di più elementi, personaggi, ambientazione, codici visivi, che evocano la particolarità di una situazione e rendono chiaro l'importante messaggio sul dettaglio funesto di un multimediale che nella follia della trasparenza annienta la vita stessa.
(La recensione del film "
The Circle" è di
Rosalinda Gaudiano)
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