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The Boy recensione] - Vecchia magione sperduta nel bosco, scale scricchiolanti, animali impagliati, discutibili ritratti alle pareti. Vi giunge da chissà dove la nuova baby sitter col compito di prendersi cura del piccolo Brahms, di anni 8. Viene accolta dagli anziani e alteri genitori che, dopo qualche convenevole, le fanno conoscere Brahms. Solo che Brahms è una bambola. Alla risata incredula di lei, gli sguardi severi e interrogativi dei padroni di casa la dicono lunga.
Incipit shockante, pregno di potenzialità. Ma William Brent Bell, presunto esperto di film horror, non è Polanski e sfrutta solo in parte l'insita ambiguità della situazione (sono tutti pazzi o sono io che sto impazzando?), tirandola avanti finchè può, ovvero troppo poco, per rifugiarsi il prima possibile nel consueto repertorio di stereotipi fatto di soffitte buie, oggetti che spariscono, botole che si chiudono da sole, giradischi che si azionano nella notte, mugolii e rumori sinistri.
Tant'è che alla prima occasione svolta le carte, con tanti saluti a circostanze equivoche e atmosfere pervase di indeterminatezza.
Anche sul versante dell'horror puro tuttavia, quello maggiormente basico e cialtrone, siamo al minimo sindacale essendo il concetto di paura ricondotto a quattro "jumpscare" di numero che ti fanno effettivamente sobbalzare sulla poltrona ma solo perchè i picchi acustici sparati a tutto volume ti risvegliano di soprassalto dal pisolo incipiente.
Ma potremmo trovarci di fronte ad una discriminante autoriale ancora accettabile, se all'horror tout court, sulla scia del Sesto senso tanto per intenderci (ma anche del più recente Babadook), si prediligesse un'interpretazione più intimista e romantica, in cui la componente horror affidata alla sfera del sovrannaturale fosse sottesa ad una lettura poetica o metaforica del quotidiano.
Aspettative, anch'esse, vane in quanto il colpo di scena finale, improbabile per quanto già visto, inchioda l'intero mistero alla base di The boy alla più prosaica, per non dire bislacca, delle soluzioni, dissipando anche quel minimo di credito che fino a quel punto eravamo ancora pronti a concedergli. Non si può cavare sangue da una rapa del resto. Presentato in anteprima all'ultimo Future Film Festival di Bologna, The boy ci lascia, sui titoli di coda, con una promessa: un nuovo serial killer è nato. Per noi suona più come una minaccia.
(La recensione del film "
The Boy" è di
Mirko Nottoli)
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