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Tenet recensione] - Già un film di Nolan è un evento, un film di Nolan che sancisce la riapertura della stagione cinematografica dopo 4 mesi di pandemia, è un evento doppio. 4 mesi durante i quali c'è chi si è affrettato a dichiarare il cinema già morto e a vederne ora le sorti drammaticamente appese proprio a Tenet. Ma non scherziamo, suvvia. Alzi la mano chi dopo 4 mesi di lockdown, di clausura forzata, 4 mesi di Netflix, di PrimeVideo e di streaming vario su una moltitudine di piattaforme da far girare la testa, non aveva voglia di tornare al cinema. Per cui, discorso chiuso. Certo non poteva esserci ritorno migliore di un film di Christopher Nolan, ma saremmo andati a vedere qualsiasi vaccata. Perchè Nolan è, oggi, la quintessenza del cinema stesso, nessuno come lui sa inchiodarti alla poltrona per due ore e mezza indipendentemente dal contenuto del racconto o dall'implausibilità o meno della trama. Ebbene, a scanso di equivoci lo diciamo chiaro e tondo: per quasi metà film Tenet sembra fuffa allo stato puro, per quasi metà film non si capisce letteralmente nulla di quanto succede e anche quando si giunge alla fine non si può dire che la situazione sia molto migliorata, tra teorie di fisica spicciola, paradossi spazio-temporali, pallottole che tornano indietro e azioni che avanzano procedendo contemporaneamente a ritroso. Ci vorrebbero forse 4, 5 o 6 visioni consecutive per raccapezzarsi un minimo ma non è questo che conta, non è la logica, non è il senso compiuto, non è il rapporto di causa ed effetto (lo si dice esplicitamente anche nel film). Quello che conta è che, nonostante tutto, lo si segue con il cuore in gola. Lasciamo ad altri, come già con The Prestige o Inception, la smania di elucubrare su possibili significati, se la macchina duplica oppure no, se la trottola si ferma oppure no, se è tutto vero o è tutto finto, lasciamo ad altri il piacere di scervellarsi per decriptare possibili messaggi reconditi insiti nel termine "tenet" e nel quadrato di Sator, filosofeggiando sul potere metaforico delle parole palindrome e della lettura bustrofedica. Per noi è sufficiente sottolineare come oggi nessuno meglio di Nolan sappia trasformare la forma in contenuto, nessuno meglio di lui sa sfruttare al massimo delle loro potenzialità le caratteristiche precipue del mezzo cinematografico, sfera del visivo, sfera del sonoro e soprattutto sfera del movimento. Movimento che significa innanzitutto Tempo, Tempo che significa innanzitutto Cinema. Non a caso è il Tempo da sempre l'ossessione principale di Nolan, da Memento a Dunkirk passando per Inception fino ad arrivare a Tenet, a tutt'oggi l'esperimento da questo punto di vista, da lui stesso scritto e diretto, più radicale e ostico. Ecco allora che Tenet diventa un nuovo pretesto per giocare con la manipolazione del tempo e con la percezione fallace del tempo da parte dello spettatore, manipolazione che solo il mezzo cinematografico, attraverso il montaggio, consente, il poter condensare 20 anni in un minuto o viceversa espandere un istante in una vita intera. E' singolare che il futuro del cinema sia considerato nelle mani di uno che per quanto all'avanguardia continui a difendere la pellicola a discapito del digitale. Se questo fosse vero allora con una certa dose di sicurezza possiamo dire che il cinema, almeno per il momento, è salvo e sta in ottima forma.
(La recensione del film "
Tenet" è di
Mirko Nottoli)
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