La recensione del film Tarzan

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TARZAN - RECENSIONE

Tarzan recensione
Recensione

di Elisa Lorenzini
[Tarzan recensione] - Finito il monopolio della Disney sui diritti di animazione di Tarzan, uno dei suoi prodotti più riusciti e commercializzati, era prevedibile che la longa manus del cinema internazionale piombasse sulla storia dell'uomo-scimmia per tentarne un remake. Altrettanto prevedibile era che la resa narrativa e grafica, paragonata alla grazia semplice e schietta del cartoon di casa Disney, non reggesse il confronto. Puntando sulla tecnica, peraltro già abusata, della motion-capture, che incamera i movimenti naturali di attori in carne e ossa nei loro "avatar" animati, il regista tedesco Reinhard Klooss azzarda una rilettura di Tarzan in chiave ipercinetica e futuristica, mescolando alla trama classica una fantomatica (e poco piacevole) intersezione con il sovrannaturale. In questa versione franco-tedesca, Tarzan è al secolo J.J. Greystoke, figlio di esploratori che inseguono le tracce di un misterioso meteorite precipitato secoli orsono nella giungla. Rimasto solo in circostanze tragiche, il piccolo, come da copione, viene cresciuto dai gorilla locali e la sua natura umana riemerge solo anni dopo, quando una nuova spedizione irrompe ai Tropici per riesumare il meteorite e la bella Jane si rivela l'unica capace di interagire con il buon selvaggio. Spogliato della mitologia sottesa al capolavoro di Edgar Rice Burroughs e della freschezza che aveva il Tarzan della Disney, inevitabile contrappeso della bilancia, il film di Klooss punta sulla maggiore plasticità dei movimenti per regalare all'occhio una costruzione dinamica, spettacolare, anatomicamente interessante. Peccato che alla cura grafica non si sposi un adeguato approfondimento psicologico e umano dei personaggi, che finiscono con l'animare una trama vuota, asettica. La struttura del cartoon appare disomogena, tanto sul piano ritmico quanto su quello tecnico: a sequenze di forte impatto visivo si accompagnano lunghe digressioni dall'andamento letargico e dal profilo grafico assai meno incisivo. La recitazione dei personaggi, lungi dal guadagnare veridicità dal ricorso alla motion-capture e dal 3d, indugia in frasi ed espressioni statiche e anche le dinamiche affettive tra i personaggi di Tarzan e Jane, perno della vicenda, non conquistano lo spettatore a causa di una debolezza espressiva di fondo. Peccato, perchè il progetto di una coproduzione europea supportata dagli USA al servizio di una trama d'effetto poteva avere una riuscita decisamente migliore. (La recensione del film "Tarzan" è di Elisa Lorenzini)
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