di R. Gaudiano
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Sylvie's Love recensione] - E' sempre l'estate la stagione degli amori. New York, fine anni '50, Robert è un bravissimo sassofonista che suona di notte nei locali e per arrotondare lavora come commesso in un negozio di dischi e oggetti musicali ad Harlem. In quel negozio c'è Sylvie, figlia del titolare che ben presto si rivela a Robert in tutta la sua forza attrattiva e seduttiva. Sylvie però è già impegnata sentimentalmente, ma non sarà questo l'ostacolo perché davvero l'amore divampi con tutta la sua forza. Meraviglioso è l'idillio fra Silvie e Robert, così meraviglioso che Robert chiede a Sylvie di seguirlo a Parigi. Ma quest'amore nato con una forza dirompente, non riesce a superare gli ostacoli che si presentano via via reali, come la lontananza dell'Europa e il giudizio mortificante verso Robert della madre di Sylvie. Robert parte, ignaro che Sylvie è incinta, con la promessa di lei ad attenderlo. Ma così non sarà e le loro vite scorreranno su binari paralleli, fino a quando la freccia di Cupido li riporterà ad un destino comune. Eugene Ashe, regista di "Sylvie's Love", riporta il cinema romanzesco anni '50, con uno stile ed una somma di scelte espressive, dalle inquadrature ad una forma di recitazione che ci fanno galleggiare piacevolmente in un plot fiabesco, che mai deborda in un melò melenso e noioso. Ashe stupisce e appassiona lo spettatore con un'eleganza cinematografica consapevole, frutto di tratti stilistici costanti che denotano un linguaggio cinematografico espresso grazie alla fotografia straordinaria di Declan Quinn, l'illuminazione sontuosa ed avvolgente della notte newyorchese, i primi piani lunghi che firmano il nostalgico e sempre convincente stile classico hollywoodiano. "Sylvie's Love" racconta la storia di un amore che tiene sempre alto il suo sogno, nonostante l'accanimento delle situazioni avverse. Una storia che si dipana sulle bellissime note del jazz ed incarna il volto di una giovane donna, una solare affascinante Tessa Thompson, che deve affrontare i dettami dell'educazione rispettabile che la società newyorchese di quegli anni '50 imponeva. Visto il genere, il lieto fine è atteso, pur negli addii e separazioni. Ma non è questa attesa ciò che conquista in "Sylvie's Love". Oltre alla misurata recitazione dei protagonisti, conquista non poco l'idea di classicità come forma comunicativa cinematografica magicamente attuale, ancora viva e capace di parlare a tutte le generazioni, come un valore fuori tempo. Eugene Ashe riesce in questo, impianta una storia bella, di un amore senza tempo, la veste di un'estetica d'altri tempi, dove l'amore non cesserà mai di articolare la sua forza centripeta, regalando al film il senso magnifico e determinante della conquistata felicità dei due protagonisti. L'interpretazione composta di Nnamdi Asomugha, ex giocatore di football americano, nella parte di Robert, trova nella sua partner quell'equilibrio costante che fa del loro amore l'unica cosa per la quale vale la pena vivere.
(La recensione del film "
Sylvie's Love" è di
Rosalinda Gaudiano)
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