La recensione del film Supercondriaco

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SUPERCONDRIACO - RECENSIONE

Supercondriaco recensione
Recensione

di A. Carmosino
[Supercondriaco recensione] - Dopo il successo di Giù al nord, arriva nelle sale grazie alla Eagle Pictures il nuovo film di Dany Boon. Supercondriaco -Ridere fa bene alla salute-, è una brillante commedia dal ritmo incalzante e coinvolgente che, attraverso la sua comicità e il suo humor, non annoia mai e mette in scena in modo paradossale, manie e ossessioni del mondo contemporaneo e virtuale. Il protagonista è Romain Faubert (interpretato dallo stesso regista), un quarantenne che, nonostante l'età non è ancora sposato e non ha figli. E' un ipocondriaco di prima categoria la cui vita è scandita da frequenti nevrosi e paure. Non lo aiuta di certo il lavoro che fa: lui è fotografo per un dizionario medico online ed ogni giorno è costretto ad incontrare persone affette da varie patologie che incrementano la sua psicosi. Ha paura dei microbi, si fa assalire dall'ansia appena vede pazienti, evita i posti affollati ma soprattutto le situazioni che portano ad un contatto fisico eccessivo -e per lui rischioso- (come evitare di scambiarsi gli auguri per capodanno!). Mascherine, amuchina, occhiali protettivi sono i suoi migliori amici, piccoli mezzucci che lui utilizza per proteggersi da queste malattie che spesso esistono solo nella sua testa. Il suo unico vero amico, è il dottor Dimitri Zvenka (Kad Mérad) suo medico curante, che viene assalito in studio da Romain spesso e volentieri, il quale senza fare file e attendere il proprio turno come tutti, gli fa dei veri e propri agguati. D'altronde come lo stesso Romain confessa agli altri pazienti che attendono, "le sale d'attesa le hanno inventate i dottori per aumentare la clientela".. e di certo uno come Romain non avrebbe voluto infestarsi di altri microbi! L'unica colpa di Dimitri è stata quella di prendere a cuore il caso di Romain, salvo poi pentirsene amaramente. Il malato immaginario, infatti, è un soggetto difficile da gestire e Dimitri farebbe qualsiasi cosa per sbarazzarsene definitivamente. Pensa così a dei rimedi che lo potrebbero liberare da Romain: lo invita a feste per fargli conoscere nuove ragazze, gli fissa appuntamenti su internet e cerca di insegnargli tecniche di seduzione e conquista. Trovare qualcuna che possa stare al fianco di Romain e aiutarlo a superare la sua ossessione per le malattie, però non è facile e ogni tentativo si rivela un buco nell'acqua, una sfida impossibile. Supercondriaco è quindi un film che riflette su comportamenti sempre più diffusi, come ad esempio il fenomeno dell'automedicazione mediante ricerche su internet, fa leva sulle paure di una parte degli esseri umani e le esaspera al punto tale da farle diventare grottesche. Lo stesso regista afferma che "questo film è diventato un modo per esorcizzare le mie manie" (…), "l'argomento dell'ipocondria mi tocca molto da vicino. Ormai sono una persona adulta, responsabile delle mie azioni e delle mie nevrosi, e devo ammettere di essere molto angosciato dalle malattie, come tanti altri artisti d'altronde. Mi basta percepire il minimo sintomo che mi convinco di essere gravissimo, o addirittura in stato terminale". Dany Boon prova così a far ridere gli altri attraverso la storia di sè stesso e ci riesce abbastanza bene grazie alla sintonia con Mérad, una coppia che era già stata collaudata in "Giù al nord" che continua a far ridere e divertire. Boon stesso afferma che questo è il suo film da regista senz'altro più riuscito. Tutti i personaggi -delineati da Boon in modo preciso e ironico- vivono in una dimensione di sana follia dai ritmi febbrili. A scene di pura commedia si aggiungono sequenze d'azione che mettono in scena aspetti umani esasperati da un protagonista "fuori controllo". Giocando con il tema dell'ipocondria, inoltre, Supercondriaco si sofferma poi, anche su altri temi come il concetto di identità e i rapporti uomo-donna. "Insomma, volevo vedere come un uomo ipocondriaco può riuscire a trovare l'amore, malgrado la propria nevrosi" afferma Boon. E si sa…quando arriva l'amore, tutto diventa più facile: Romain inizia a trovare un suo equilibrio, si costruisce una nuova vita lasciando alle spalle la vecchia.. o forse non proprio del tutto? (La recensione del film "Supercondriaco" è di Maria Azzurra Carmosino)
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