La recensione del film Sulla stessa onda

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SULLA STESSA ONDA - RECENSIONE

Sulla stessa onda recensione
Recensione

di Ilaria Salvatori
[Sulla stessa onda recensione] - Sara non è un'adolescente come le altre, soffre di una distrofia degenerativa, ma per poco riesce ad alleggerire questo peso ingombrante da sopportare alla sua età quando incontra Lorenzo, il diciassettenne assistente istruttore di un centro velico sull'isola di Favignana. Sin da subito tra i due ragazzi c'è attrazione, forse amore. Passata l'estate, i due si ritrovano a Palermo, ma Sara diventa sfuggente e Lorenzo decide di vederci chiaro. Scoprirà l'amara verità sulla sua malattia e crescere più in fretta del dovuto, sarà inevitabile. Continua a non arrestarsi il successo decennale dei teen drama – forse l'antesignano fu, tra tutti, Colpa delle Stelle, tratto dal bestseller di John Green, se non addirittura Love Story di Arthur Hiller – che includono al centro del tessuto narrativo un ostacolo apparentemente insormontabile come quello rappresentato da una malattia degenerativa piuttosto debilitante. Se in principio furono i vari Notte Prima degli Esami, piuttosto che un Piccolo Grande Amore, a fare il successo dei botteghini, titoli le cui trame, si rifacevano alle canzoni dei grandi interpreti del panorama musicale italiano, ora la posta in palio è più alta e il sentimento non basta più, si vuole anche soffrire, si cerca la commozione perché, diciamocelo, un po' di sano masochismo fa anche bene se preso a piccole dosi. Così, in quest'opera prima di Massimiliano Camaiti interamente ambientata in una Sicilia mozzafiato, onorata da un'ottima fotografia, si prosegue la felice tradizione di cui sopra, con l'aggiunta della passione sportiva per la vela che accomuna i giovani Lorenzo e Sara. Quest'ultima, interpretata da Elvira Camarrone si muove portando sullo schermo la spensieratezza e le insicurezze che parlano degli adolescenti di oggi, dando vita a un personaggio fragile e aggraziato che intenerisce lo spettatore. Diversamente si può dire di Lorenzo, alias Christian Roberto, il quale non sembra mostrare il giusto trasporto emotivo per raccontare il potere della caparbietà terapica dettata dal sentimento nei confronti di Sara. A fronte di evidenti ingenuità narrative, riconducibili alla sceneggiatura poco originale e frammentaria, non si può dire che il regista non dimostri di aver compreso con successo i preziosi insegnamenti di una lunga gavetta, scegliendo di utilizzare ponderatamente diversi registri linguistici, uno per tutti che strizza l'occhio all'onirico, permettendo allo spettatore di conoscere in anticipo qualcosa in più sul vissuto dei personaggi. Eppure questo escamotage non basta e tutto nell'insieme risulta sempre poco omogeneo e scandito a fatica, senza contare che più si va avanti e più ci si avvicina alla conclusione della vicenda completamente lasciata alla libera interpretazione dello spettatore. Innegabilmente il punto di forza è un cast fresco e giovane che certamente attirerà l'attenzione di molti ragazzi. (La recensione del film "Sulla stessa onda" è di Ilaria Salvatori)
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