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Sul più bello recensione] - Dal 22 ottobre in sala, il primo lungometraggio di Alice Filippi, Sul più bello.Dalla candidatura dei Premi David Donatello, 2018, con il docufilm 78-Vai piano e Vinci, Alice Filippi cerca di vincere con il teen dramedy, Sul più bello. Tratto dall'omonimo romanzo di Eleonora Gaggero (anche nel film come la rivale sexy della protagonista, Beatrice), adattato da Roberto Proia e Michela Straniero, è anche il titolo della canzone del film, cantata da Alfa (prod Yanomi). Il film è la storia di una adolescente colpita da una rara malattia genetica, la mucoviscidosi, una malattia fibrocistica del pancreas (per questo il film ottiene il patrocinio della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica-Onlus). Marta è malata e orfana, i suoi genitori sono morti in un incidente stradale. Sogna di vivere un grande amore prima della fine, un amore da favola con un principe azzurro, bello e ricco. I suoi due cari amici cercano di lenire le ferite che una delusione potrebbe causarle perché, si sa, lei non è poi il prototipo di bellezza che un principe da favola sognerebbe di sposare: "sono rimasta bruco", dice, infatti, nel prologo. Sul più bello affronta il tema della malattia dal punto di vista della protagonista Marta (l'allegra e sfiziosa Ludovica Francesconi). I suoi sentimenti colorano la scena: dalla casa che si tinge prima di verde, poi di giallo e viola, così i suoi vestiti all'insegna della buona scolaretta d'altri tempi. Invece, i colori freddi sono riservati alla corsia dell'ospedale dove deve recarsi per i consueti controlli, al camice bianco del dottore dal quale è in cura, nel reparto di Pneumologia. I film di Wes Anderson, sono lo spunto per la regista di Mondovì (CN), e Juno e Little Miss Sunshine o anche la serie tv Sex Education. Nonostante, però, la pellicola sia variopinta, multicolore, la scena filmica resta come immobile, ferma. Dapprima si apre come un atto teatrale: lo sguardo in macchina dei tre giovani attori cerca di rompere la quarta parete mentre una recitazione stentata, affettata non crea empatia con nessuno dei personaggi, piuttosto sprona a guardarli sempre e solo con un divertimento che alla fine sfinisce. Jacopo (Josef Gjura) e Federica (Gaja Masciale), i due amici di Marta, come angeli custodi l'accompagnano ovunque e sono ovunque, senza per questo avere una connotazione precisa del loro personaggio. Addirittura vorrebbero fare un bambino, così, di punto in bianco, a un certo punto del film. E quando ci provano, il film sfiora la risata amara nell'inquadrare la posizione praticata "fuori natura", come dice Marta ricordando ai due amici che sono entrambi omosessuali. Sul più bello è una pellicola ancora immatura per essere, per esempio, Little Miss Sunshine dove si misurava la condizione di un'intera famiglia incapace di dialogo, condivisione, amore perché ammaliata dal successo del mondo e nel mondo. I colori di Little Miss Sunshine, così come per Juno, raccontavano il dramma interiore dei personaggi, dal fratello affetto da mutismo selettivo alla ragazzina precocemente mamma. Sul più bello sembra più vicino alla versione italiana di Love Me Licia (adattamento del cartone animato Kiss Me Licia) che, senza nulla togliere alla giovialità dei personaggi, si fa persino fatica a ricordare. Sul più bello sembra confezionato a misura per le scuole, oltretutto non manca a fare da sponsor chi di scuola si occupa, la COOP. Perché Marta lavora nel grande supermercato, a Torino (dove è girato il film), e annuncia le offerte del giorno. Sul più bello manca di confronto con il mondo reale. L'unica figura adulta è il dottore che acconsente alle peripezie di Marta, compassionevole e paterno mentre ai genitori del 'principe azzurro', Arturo (Giuseppe Maggio) è riservata la parte incompleta, abbozzata di genitori borghesi e superficiali. Sul più bello ha un corpo ben curato, dal coloratissimo maquillage ai device complici dell'adolescenza di oggi: Arturo viene letto sui media mentre le parole scorrono sul viso di Marta. Sul più bello è un'altra occasione per conoscere malattie genetiche rare, si pensi all'ultimo A un metro da te, (2019, Justin Baldoni) che racconta la fibrosi cistica di un'adolescente all'alba del suo primo amore dal quale dovrà tenersi distante. Ma, Sul più bello, manca dell'anima, degli occhi inquieti di una giovinezza tradita dalla malattia. L'assenza di empatia dei personaggi priva lo spettatore della commozione dovuta di fronte a qualsiasi essere umano che non possa vivere il suo amore pienamente. Sia esso un bruco o una farfalla.
(La recensione del film "
Sul più bello" è di
Rita Ricucci)
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