La recensione del film Starbuck

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STARBUCK - RECENSIONE

Starbuck recensione
Recensione

di Davi di Benedetti
[Starbuck recensione] - David Wozniak (Patrick Huard) ha 42 anni ma conduce la vita di un adolescente irresponsabile. Lavora piuttosto distrattamente nella macelleria di famiglia (coltivando nel frattempo marijuana in casa) e mantiene una complicata relazione con Valerie (Julie Le Breton), una giovane poliziotta. Quando la donna scopre di essere incinta, il passato di David riaffiora inesorabile: vent'anni prima, infatti, per sbarcare il lunario, l'uomo donava sperma in una clinica poco distante da casa sua. L'uomo scopre così di essere diventato padre di ben 533 ragazzi, 142 dei quali hanno intrapreso una causa legale per scoprire l'identità del loro padre biologico, conosciuto solo con lo pseudonimo di "Starbuck". Il film è diretto da Ken Scott, regista canadese che ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema come sceneggiatore ("La Grande Séduction", da lui scritto, ha chiuso la prestigiosa "Quinzaine des réalisateurs" al Festival di Cannes nel 2002). Ispirato a una storia vera, "Starbuck" è il suo secondo lungometraggio da regista, una piacevole commedia che ha come protagonista un eterno Peter Pan, interpretato dal bravissimo Patrick Huard, famoso in Canada in quanto noto conduttore televisivo. "Starbuck" è una commedia che parte da un presupposto ben noto, quello dell'uomo immaturo che deve fare i conti con le responsabilità che si rifiuta ancora di prendere, ma che raccoglie in sé un ottimo cachet di battute e situazioni comiche. Vi sono a tratti semplificazioni e personaggi macchietta (come l'avvocato difensore del protagonista e il ragazzo emo pessimista ed effemminato) e non si risparmiano a volte toni melensi e a tratti stucchevoli (presenti soprattutto nella seconda parte del film), ma nel complesso questa commedia canadese regala momenti piacevoli e divertenti, ben calibrati e piuttosto fluidi. Unica pecca è l'eccessiva dilatazione dei tempi presente nella seconda parte, dedicata a un'introspezione dei vari personaggi che arrivano a trasformare (inevitabilmente) la storia di un solo uomo in una grande storia corale. Nel complesso, però, "Starbuck" è un interessante prodotto che fa aprire gli occhi su una realtà cinematografica, quella canadese, spesso poco considerata dalle nostre sale. Restiamo in attesa, incrociando le dita, del remake americano prodotto da Steven Spielberg, dal titolo "Delivery Man", che avrà come protagonista Vince Vaughn nel ruolo del papà con la progenie da guinness, diretto ancora una volta da Ken Scott. (La recensione del film "Starbuck" è di David Di Benedetti)
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