[
Stanlio e Ollio recensione] - Tre film: Stanlio & Ollio, Holmes & Watson e I fratelli Sisters. Cosa hanno in comune? Sono tutti film usciti al cinema praticamente in contemporanea (Holmes & Watson in verità in Italia non è mai uscito – troppo brutto pare – ma avrebbe dovuto farlo), sono film che hanno come protagonista una coppia di personaggi maschili e uno di questi personaggi è interpretato da John C. Reilly. Strano ma vero. Ci sarebbe di che fare confusione: Stanlio & Holmes, I fratelli Watson, Watson & Sisters. Il biopic – genere mai tanto di moda come in questo momento – diretto da Jon S. Baird e sceneggiato da Jeff Pope, famoso per aver scritto Philomena, tratto dal romanzo "Laurel and Hardy - The British Tours" di A. J. Marriot, comincia nel 1937 sul set de "I fanciulli del West" quando la celebre coppia comica è all'apice del successo ma anche alla vigilia della (forzata) separazione. Stacco, 16 anni dopo e li ritroviamo più vecchi e stanchi ma di nuovo insieme, impegnati in una tournée teatrale in Inghilterra, in piccoli teatri semi-deserti. 16 anni dopo sembra che il pubblico si sia dimenticato di Stanlio & Ollio. Ma poi, come per magia, inspiegata e inspiegabile, complice un po' di pubblicità casalinga e l'inaugurazione di qualche negozio, la gente ricomincia ad affollare le sale e a ridere a crepapelle. Qual'è la morale? Che la comicità è senza tempo? Che la classe non è acqua? Ma perchè allora quelle gag ci sembrano di una tristezza rara? E' che, al di là dell'amore che tutti noi proviamo per Stanlio e Ollio, il film non riesce neanche per un momento a restituire il talento e la poetica surreale e naif che ha fatto la fortuna del duo, totalmente privo com'è di mordente, appiattito da una regia praticamente inesistente, che descrive i due attori come una coppia di vecchie zitelle che si punzecchiano e si rinfacciano a vicenda recriminazioni passate su chi ha lasciato o chi ha tradito chi, in una serie di scaramucce in cui mai si percepisce una reale disperazione o l'autentico sentimento che li ha legati per la vita. A poco serve infarcire il racconto inserendovi i loro siparietti più noti, la vis comica è fiacca ed è distante anni luce dal rendere giustizia alla comicità dei veri Stanlio & Ollio, che, al contrario, sui tempi e il ritmo erano maestri insuperabili. E non serve nemmeno l'interpretazione mimetica ma anch'essa in deficit di brio, di Steve Coogan (Stan Laurel) e il già citato John C. Reilly (Oliver Hardy). Siamo ben consci che negli anni il concetto di comicità è cambiato e che quello che faceva ridere ieri non fa più ridere oggi. Farebbero ancora ridere Stanlio & Ollio visti oggi? Quando li vediamo ridiamo perchè ci divertono o perchè siamo nostalgici? Chissà. Di certo il film non ci aiuta a rispondere, che se voleva essere una celebrazione assomiglia piuttosto ad un canto funebre.
(La recensione del film "
Stanlio e Ollio" è di
Mirko Nottoli)
- Vai all'
archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "
Stanlio e Ollio":