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Stai lontana da me recensione] - Ci vuole poco, in genere, a guadagnarsi un 6. Promuovere un film sulla base dei suoi elementi più ovvi, la trama e gli attori, quando l'una e gli altri sono attinti dal serbatoio delle idee sdoganate, non risulta difficile neanche al critico più severo. E' quello che avviene con Stai lontana da me, rifacimento nostrano della commedia francese La chance de ma vie (Per sfortuna che ci sei, la piatta traduzione italiana). Dopo aver diretto, con scarsa fantasia, il sequel Lezioni di cioccolato 2, Alessio Maria Federici ci riprova adattando per i nostri schermi la strampalata storia di Jacopo, consulente di coppia che sembra portare sfiga alle sue fidanzate, e di Sara, il grande amore che non fa eccezione e incassa colpi su colpi da una sorte bizzarra. La scelta del regista è quella, per non sbagliare, del calco pedissequo: Stai lontana da me non aggiunge nulla all'originale, nè in termini di ingredienti narrativi nè sul profilo morale. Il filmetto di Federici si limita a riproporre il divertissement puro e futile della commedia di Nicolas Cuche, mancando perdipiù quella patinatura fumettistica che condiva il film francese e lo rendeva gradevole. Il surrealismo italiano, purtroppo, difetta di fantasia e non ha quella verve ironica che ai cineasti d'Oltralpe, anche a quelli più modesti, sembra essere connaturata. Il risultato di questo remake è una commediola in cui le punte farsesche sono stemperate dalla banalità dei dialoghi e non aggiungono colore alla confezione e in cui tutto, dalle location alla tessitura dello script, arriva come la goffa scimmiottatura di un precedente neanche troppo illustre. L'unica scelta lodevole è il cast: l'accoppiata Brignano-Angiolini riesce nel duplice compito di liberarsi del proprio background stereotipato e di dar vita a un ménage di coppia equilibrato e non chiassoso, che sembra credibile nonostante la spudorata irrealtà dell'insieme. In particolar modo Brignano, smessa per una volta la maschera greve del coatto e anche quella, più pretenziosa, di oratore prestato alla comicità, si cala nell'assurdità del suo ordinario protagonista con una convinzione che lo conferma capace di osare. Meno brillante Ambra Angiolini, che almeno rinuncia, saggiamente, a sovraccaricare la sua Sara di tutti i toni e le movenze che l'avrebbero resa bambolesca. Infamia e lode sono entrambe lontanissimi: voilà, c'est la médiocrité!
(La recensione del film "
Stai lontana da me" è di
Elisa Lorenzini)
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