La recensione del film Spider-Man Homecoming

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SPIDER-MAN: HOMECOMING - RECENSIONE

Spider-Man Homecoming recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Spider-Man Homecoming recensione] - Premesso che per noi Spider Man è e resterà quello di Sam Raimi con Tobey Maguire e che Andrew Garfield non lo prendiamo nemmeno in considerazione, questo ennesimo reboot dall'indicativo titolo di Spider-man homecoming, pur infastidendoci, merita qualche attenzione. Perché dovrebbe essere lo Spider man ufficiale, quello targato Marvel e quello che deve rientrare nell'universo Avengers di cui abbiamo già avuto un assaggio in Civil War. Ed ecco il punto primo: Spider-man homecoming non è un film su Spider-man ma è un film sugli Avengers. Salta a piè pari tutta la parte relativa alla genesi del personaggio, si riallaccia direttamente al primo Avengers, è pieno di rimandi agli altri film della serie, vede la presenza di Tony Stark che imperversa come mentore facendo di Spider man una replica adolescente di Iron man (con tanto di costume high tech che parla, gli consiglia, sceglie le armi). Per cui dimenticate i dissidi interiori, i dubbi morali, i grandi poteri da cui derivano grandi responsabilità, la dualità dell'eroe mascherato, la lotta tra il bene e il male che risiede principalmente dentro di sé, storie d'amore romantiche e inquiete, mary jane e zia may. In altre parole dimenticate un film d'autore, dimenticate sam raimi, dimenticate chris nolan, dimenticate tim burton. La saga Avengers è una saga votata all'entertainment per famiglie, all'azione, alla commedia, spassosa, solare, ben scritta (talvolta), perfettamente confezionata ma senza grandi pretese di approfondimenti o introspezioni e Spider-man homecoming non fa eccezione. Un intrattenimento che si basa in larga parte sull'utilizzo degli effetti speciali più all'avanguardia e qua veniamo al punto secondo: se fino a qualche tempo fa l'effetto speciale ben fatto era quello che non si vedeva in quanto doveva risultare il più realistico possibile, oggi, con l'avvento dei supereroi o più in generale con l'esigenza di misurarsi con mondi che ribaltano le normali leggi della fisica, tramite una computer grafica che si suppone senza limiti, si mira a creare una iper realtà che paradossalmente con la realtà ha poco da spartire, contraddicendo negli esiti quel senso di realismo che invece si vorrebbe ottenere. Per cui un cinetismo esasperato, una serie di movimenti poco fluidi in quanto poco umani e poco armonici, spostamenti alla velocità della luce finiscono per concretizzarsi in sequenze mirabolanti dall'azione tanto confusa da divenire impossibile da decifrare. Spider man homecoming merita comunque qualche attenzione anche per la presenza di Tom Holland che sa metterci l'espressione giusta e per quella di Michael Keaton al quale basta l'incipit, ottimo, per mettere in chiaro le cose, guarda caso nei panni di un cattivo, l'Avvoltoio, che ricorda Birdman che ricorda Batman. Ben assestato anche il colpo di scena a tre quarti del film. Come al solito non andate via prima della fine dei titoli di coda, marchio distintivo ormai fine a se stesso e qui ce lo dichiarano con una chicca che è anche una affettuosa presa per il culo. (La recensione del film "Spider-Man Homecoming" è di Mirko Nottoli)
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