La recensione del film Songbird

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SONGBIRD - RECENSIONE

Songbird recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Songbird recensione] - Girare un film a Los Angeles in piena pandemia, immaginando che l'azione si proietti nel futuro, ossia esattamente quattro anni dopo l'inizio reale della pandemia di COVID-19, si spera che possa trattarsi di pura fantasia e non di preveggenza. Fatto sta che Adam Mason regista e sceneggiatore di "SONGBIRD" ed il co-sceneggiatore Simon Boyes dall'idea sono passati ai fatti ed in soli 10 giorni hanno redatto la sceneggiatura del film. Siamo nel 2024, quattro anni dopo l'inizio della pandemia nel mondo. Il virus è mutato ed ora è il COVID-23. Nella Los Angeles deserta, la gente è costretta a stare blindata in casa, dove tutti hanno sistemi di identificazione e possibilità di disinfettare tutto ciò che arriva dall'esterno. Nico (KJ Apa) fa il fattorino addetto alle consegne casa per casa ed è uno dei pochi immuni dal virus, ma potenzialmente molto tossico per il COVID-23. Nessuno deve entrare in contatto con nessuno, chi esce di casa senza permesso può essere addirittura sparato a vista. Ma "SONGBIRD", nella situazione globale apocalittica, tocca le corde del sentimento lacerato dall'impossibilità di contatto di un totalitarismo immunizzante. Nico chatta continuamente con Sara (Sofia Carson), che non è immune. Il loro è un amore inter-connesso, che prende corpo e cresce attraverso i cellulari, chiamiamolo pure un travolgente amore figlio della pandemia. Il film ruota tutto intorno a quest'amore tra Sara e Nico, costretti a non potersi mai incontrare fisicamente. Mason costruisce il personaggio di Nico come un eroe necessario, immune e quindi indispensabile per tutti i servizi sociali urgenti. Ma la pandemia non esonera dai tradimenti coniugali, come tra William (Bradley Whitford) e Piper (Demi Moore), dalle corruzioni e soprattutto dalla malvagità di alcuni che approfittano proprio del momento per sfoderare il peggio di sé stessi. Emmet Harland (Peter Stormare), un uomo subdolo e violento, nel ruolo d'ingegnere sanitario, rappresenta proprio la caratterizzazione della malvagità. Nico dovrà difendersi da quest'uomo determinato a condurre Sara in isolamento. "SONGBIRD" allora si traduce in una lotta corale non solo contro il COVID, ma anche contro la malvagità umana, grazie a Lester (Graig Robinson), proprietario della ditta che fornisce gli articoli che Nico consegna, e Doser (Paul Walter Hauser), che con il suo drone chiamato"Max", segue le consegne dei fattorini. Questi personaggi costituiscono la forza positiva che aiuteranno Nico e Sara nel loro sogno d'amore. Sicuramente il film esagera sul genere melò ed in particolare è penalizzato dalla frettolosa caratterizzazione dei personaggi, alcuni interessanti ma appena abbozzati come il dissoluto William. Mentre La trovata ingenua del riconoscimento facciale sul cellulare per valutare o meno la presenza del virus fa sorridere non poco. (La recensione del film "Songbird" è di Rosalinda Gaudiano)
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