La recensione del film Song'e Napule

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SONG'E NAPULE - RECENSIONE

Song'e Napule recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Song'e Napule recensione] - Un ritorno esilarante quello dei Manetti Bros (dopo "L'arrivo di Wang " e "Paura 3D") con "Song' e Napule", commedia poliziesca, racconto singolare di Napoli, città unica al mondo per il suo sostrato socio-culturale malavitoso e incredibilmente viva nel gioco neomelodico della canzone partenopea. Paco Stillo (Alessandro Roja), anche se giudica negativamente la gente di Napoli per il modo di vivere poco urbano, è napoletano, diplomato pianista al conservatorio ed è disoccupato. Bisogna pur guadagnarsi da vivere ed è così che la madre di Paco, tramite una ferrea conoscenza con l'assessore Puglisi, riesce a farlo entrare in polizia, con un ruolo affatto edificante in un deposito giudiziario. Paco è pianista, è un musicista ed il suo C.V. lo legge il Questore Vitali(Carlo Buccirosso) che lo recluta gioco forza nel corpo della Polizia di Stato. Per una fortuita coincidenza, al commissario Cammarota (Paolo Sassanelli), noto mastino dell'anticrimine, serve proprio un poliziotto-musicista per catturare il pericoloso killer della camorra detto O'Fantasma, di cui nessuno conosce il volto. Paco, grazie alle sue doti di musicista, dovrà infiltrarsi nel gruppo di Lollo Love (Giampaolo Morelli), cantante neomelodico, che allieterà il matrimonio di Antonietta Stornaienco (Roberta Liguori), figlia del boss di Somma Vesuviana, detto mazza di ferro(Franco Ricciardi). Al matrimonio sicuramente parteciperà O'Fantasma, perché padre del futuro marito della sposa. Diretto da Marco e Antonio Manetti, da un soggetto di Giampaolo Morelli con la sceneggiatura di Michelangelo La Neve scritta insieme ai fratelli Manetti Bros, "Song' e Napule" è un film che centra il bersaglio nella sofisticata e riuscitissima dinamica del racconto comico-grottesco. Una Napoli illuminata da un sole unico che si oscura e si tinge di sangue, impotente nei confronti di una violenza che si presenta improvvisa, figlia di una criminalità che non fa sconti a nessuno. Napoli nella spazzatura, Napoli con un sommerso criminale che permea la vita cittadina dove il neomelodico è la forza di un sentimento eterno e (in)contaminato dalla camorra. Lollo Love, cantante neomelodico coatto, rappresenta il sogno napoletano di un riconoscimento canoro importante, la volontà di partecipare a concorsi e festival della canzone nazionali e riuscire così a districarsi dalla morsa costrittrice di chi invece lo umilia e lo sfrutta costringendolo a non varcare i confini partenopei. L'inserimento del maldestro e tenerone Paco che in incognito diventerà Pino Dinamite poliziotto infiltrato nei panni di un tastierista, che grazie a questa maschera riscoprirà il sentimento verso la sua Napoli, è la trovata geniale dei due fratelli romani. I Manetti riescono a tutto tondo ad amalgamare, attraverso caratterizzazioni di personaggi chiave come Paco e Lollo love, l'identità partenopea, la napoletanità vera, con la eterogeneità di una colonna sonora tutta neomelodica, coniugando la Napoli drammatica ed oscura con la Napoli carica di sentimento. Non c'è la pizza in "Song'e Napule", c'è la camorra che comunque non riesce a spegnere i sogni, l'amicizia e la speranza. Paco diventerà un eroe e conquisterà con la sua schiettezza e onestà il cuore della sorella di Lollo love, Marianna(Serena Rossi), nonostante il vorticoso altalenare delle indagini pressanti del commissario Cammarota, maschera tenace e decisa, che si contrappone a quella di Lollo Love, sognatore per natura e non per scelta. Il cinema dei fratelli Manetti con "Song' e Napule" travalica i limiti di una trama se vogliamo scontata, riuscendo a creare una struttura del film come spettacolo autentico, avvalendosi del linguaggio cinematografico come veicolo di quei significati che toccano direttamente temi e problemi della vita sociale napoletana molto spesso generalizzata nel suo dramma di città criminale. Un cast formidabile sa rendere il corretto e veritiero omaggio al mondo dei neomelodici sfatando luoghi comuni, immortalando invece una realtà creativa lodevole. Più di una volta si sta con il fiato sospeso, ma in compenso la risata arriva in tutta sua naturale efficacia. Da non perdere! (La recensione del film "Song'e Napule" è di Rosalinda Gaudiano)
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