Trama
SONATINE di Takeshi Kitano
Dopo una vita avventurosa e pericolosa, raggiunta ormai una certa agiatezza economica, Murakawa non vuole più condurre la vita degli yakuza ma il suo capo Kitajima lo costringe ad andare nella lontana isola di Okinawa per mettere fine ad una guerra tra bande rivali. Non appena arrivato Murakawa si rende conto che la sua presenza è stata interpretata come una provocazione dalla gang rivale per cui si scatena una serie di reazioni che avranno termine su una spiaggia assolata in cui sembra che il tempo si sia fermato.
Idea Centrale
Una sconsolata visione del mondo e della vita sull'orlo del nichilismo.
Analisi
Il capolavorio di Kitano: un film che parte all'insegna dell'umorismo nero e del sarcasmo (la scena della tortura subacquea mostra come la regia si tenga in equilibrio tra cinismo e orrore, senza scadere, alla fine, nello sberleffo alla Tarantino), si trasforma in un beach-movie metafisico che manda all'aria ogni suspense banale da film di genere, e finisce all'insegna di un'epica nichilista. Kitano è uno dei pochi registi contemporanei che si chiede ancora dove collocare la macchina da presa e come montare le immagini, senza accettare nessun tipo di convenzioni. Il sangue scorre come in un film di Peckinpah, ma la sintassi astratta delle scene d'azione potrebbe essere stata immaginata da un Ozu o, meglio, da un Bresson. Il bello è che questo modo di narrare imprevedibile e folgorante non si esaurisce nel formalismo, ma sottende una visione amara della vita come ilare avvicinamento alla morte.
Note e curiosità
Vincitore del Festival di Taormina 1993 (dal "Mereghetti" ed. 1998)