La recensione del film Sole a catinelle

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SOLE A CATINELLE - RECENSIONE

Sole a catinelle recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Sole a catinelle recensione] - Atteso come il salvatore del cinema italiano Checco Zalone invade la penisola con ben 1200 copie di questo Sole a catinelle, sua terza fatica attoriale ancora insieme al fido Gennaro Nunziante alla macchina da presa, pronto a sbancare i botteghini a tutti i costi. Non c'è di che rallegrarsi perchè, in tutti i sensi, c'è poco da ridere. Se a questo dobbiamo affidarci per risollevare le sorti dell'industria cinematografica nostrana davvero ci si chiede se non sia preferibile chiudere baracca e burattini e dedicarsi ad altro, se non sia auspicabile che un meteorite ci colpisca così da fare le fine dei dinosauri e ricominciare daccapo. Un nuovo inizio, una nuova glaciazione, un nuovo brodo primordiale da cui nasca il primo organismo che lentamente si evolve, la scimmia di 2001 che scopre l'uso strumentale di un semplice osso. A quel punto saremmo già evoluti a sufficienza per vedere, comprendere e forse già non apprezzare i film di Checco Zalone, la sua espressione inebetita perennemente stampata in faccia, la consueta maschera misogina, razzista e ignorante che si bea della propria ignoranza a forza di canzonette zeppe di strafalcioni grammaticali con la pretesa di spacciare per calembour linguistici il nostro che si rivolge a due camerieri filippini chiamandoli philp e pino. Quel che è peggio è che la carica irriverente e politicamente scorretta che il personaggio di Zalone avrebbe nelle corde, la presunta critica alla società odierna che l'opera vorrebbe ventilare irridendo il consumismo sfrenato, il mondo della finanza, certi ambienti intellettuali, sono fatte a brandelli dall'incapacità e l'incompetenza generali, dei tanti che oggi sono convinti che fare un film sia uguale a mettere in fila una sequenza indefinita di situazioni trite e ritrite come quella del povero calato in un contesto di ricchi, o dell'ignorante in un consesso di luminari, o del settentrionale trapiantato al sud o viceversa, e calcare la mano sui più miserevoli misunderstanding che ne derivano. Situazioni stereotipate, scritte male, recitate male e dirette peggio in cui il comico del momento può imperversare in ogni inquadratura improvvisando ciò che vuole, senza l'esistenza di un'idea di base, di uno sforzo per dare unitarietà alla storia, di una scena pensata per essere funzionale allo sviluppo della vicenda e non solo pretesto per una battuta idiota pronunciata in calce. Battuta che vorrebbe essere cattiva ma che invece è solo una cattiva battuta. Allo sconforto ormai diffuso si aggiungano il povero Marco Paolini coinvolto non si sa come in questa farsa e il senso di impotenza di fronte alla consapevolezza che la farsa sarà a breve davvero campione d'incassi. Lo stesso Zalone ha dichiarato che Sole a catinelle è il risultato di 20 anni di berlusconismo. In attesa del meteorite, temiamo che, involontariamente, stavolta abbia ragione. (La recensione del film "Sole a catinelle" è di Mirko Nottoli)
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