La recensione del film Soldado

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SOLDADO - RECENSIONE

Soldado recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Soldado recensione] - Che Stefano Sollima non avesse nulla da invidiare ai registi americani lo aveva già dimostrato con Suburra e con le serie tv Romanzo criminale e Gomorra. Ora che con Soldado si misura direttamente con uno degli autori più osannati della nuova generazione - Denis Villeneuve che diresse Sicario di cui Soldado può essere considerato un sequel/non sequel – non fa che ribadire il concetto: nulla, ma proprio nulla, da invidiare. Sequel/non sequel in quanto ritroviamo la stessa ambientazione di confine tra USA e Messico e gli stessi personaggi ancora interpretati da Josh Brolin e Benicio del Toro sempre alle prese con i cartelli messicani ma qui finiscono i punti di contatto tra le due vicende. Nessun rimando, nessun accenno, nessuna allusione tra l'una e l'altra, tanto che la storia di Soldado potrebbe essere accaduta prima o dopo indistintamente conservando del tutto la propria autonomia, e viceversa. Sollima non rinuncia al suo cinema muscolare ma mantiene allo stesso tempo una coerenza stilistica molto forte con il film di Villeneuve: stessi colori, stessa fotografia, stessa tensione tutta compressa nell'attimo appena prima che la situazione esploda. E' come un crescendo lento in cui l'energia si va accumulando e il culmine non si ha mai quando la forza si sprigiona, che inversamente è quasi una liberazione, è come l'evacuazione di un bisogno e infatti è rapida, asettica, prosaica, banale – lo sparo è un attimo, la morte è immediata, un corpo privo di vita cade a terra come qualsiasi altro oggetti inanimato, non ci sono ralenty, non c'è enfasi, non c'è eroismo – ma si ha esattamente un attimo prima, un attimo dilatato al massimo fino a diventare insostenibile, come un palloncino che si gonfia fino al punto di rottura. Ci riesce sfruttando le pause, i silenzi, gli spazi ampi, le atmosfere livide, cariche di presagi, mentre la colonna sonora rimbomba cupa in sottofondo. Due, come minimo, le sequenze che colpiscono per forza e originalità: l'attentato kamikaze al supermercato, ripreso in campo lungo, senza stacchi, freddo, razionale, e l'attacco a sorpresa nel deserto, in soggettiva dall'interno della macchina con i razzi che arrivano da fuori non si sa da dove. Attorno, il contesto dissennato che abbiamo ormai imparato a conoscere, un mondo di violenza estrema in cui si muovono uomini privi di scrupoli eppur dotati di un'etica ferrea e segretissima, che contempla perfino il sacrificio se la causa è ritenuta giusta. (La recensione del film "Soldado" è di Mirko Nottoli)
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