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Snowden recensione] - Edward Snowden è un eroe. Senza se e senza ma. Il concetto viene esplicitato ancor prima che il film cominci. E' un patriota che vuole solo servire la patria, disposto a rompersi le gambe pur di entrare nell'esercito, è un genio che alla prova di ammissione per la CIA (la CIA!) impiega 39 minuti a risolvere una prova che in media necessita di 5 ore. Oliver Stone non conosce mezze misure, notoriamente sostiene le sue convinzioni con forza, con argomentazioni anche capziose, anche a costo di essere accusato di qualunquismo e retorica secondo uno schema per cui da un lato c'è il popolo, di norma onesto e laborioso, e dall'altro un fantomatico "loro", eminenza grigia che trama complotti e ordisce piani diabolici, come tanto piace anche ai grillini nostrani. Un altro concetto viene esplicitato ancor prima che il film cominci:"quello che segue è la rappresentazione dei fatti avvenuti tra il 2004 e il 2013". Ovvero, quello che segue è la Verità. Ora, senza dilungarci tanto sulla relatività del significato di verità, non ci vuole un azzeccagarbugli per accorgersi delle incongruenze che la sceneggiatura di Snowden fatica a rendere armoniche, alle prese con un personaggio descritto da un lato come un genio ma dall'altro talmente ingenuo da entrare alla CIA e credere forse di entrare in un negozio di giocattoli, che si sorprende quando scopre che i servizi segreti usano metodi non proprio ortodossi, che nei bombardamenti radioguidati muoiono anche civili innocenti, che un hacker riesce ad attivare da remoto la webcam del tuo pc anche se spento e che trova tutto ciò ingiusto, sostenendolo pure con i suoi superiori che invece di dargli un calcio lo stanno a sentire. Un personaggio che già al primo incarico scopre che i metodi non sono quelli da gentiluomini da lui immaginati, che si dimette per ben due volte e per bene due volte torna a lavorare lì. Stone non ha certo perso il mestiere e il film fila via spedito verso l'obiettivo sostenuto dal sacro fuoco dell'impegno civile. Tuttavia bisogna rilevare che Snowden non ci svela nulla che già non sapessimo o, quantomeno, già non intuissimo, e quel che forse è peggio è che le rivelazioni che Stone fa esplodere come bombe ci sfiorano solo in superficie. Sarà perchè siamo ormai assuefatti, sarà che siamo noi i primi a spiare e farci spiare sui social, sarà perchè in fondo la pensiamo come Shailene Woodley nel film, che se non abbiamo niente da nascondere che ci spiino pure, sarà perchè cambiano le tecnologie ma la sostanza rimane la stessa e il ricatto fondato sulla sottrazione di informazioni segrete è da sempre un sistema di cui il potere e i potenti si servono per sbaragliare i nemici. Le guerre non sono state vinte sempre così? Rimane però un fatto e, al di là degli avvenimenti narrati, al di là della veridicità delle affermazioni in essi contenuta, riteniamo sia la parte più preziosa del film di Stone. Il suo Snowden è un uomo che ha sfidato da solo il sistema, un uomo che ha rischiato tutto quello che aveva e ha perso tutto quello che aveva esclusivamente in nome di un principio che riteneva giusto. E questa, a qualsiasi latitudine, qualsiasi sia il peso della posta in palio, rimane una morale che dovrebbe guidare le azioni di ciascuno di noi.
(La recensione del film "
Snowden" è di
Mirko Nottoli)
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