di T. Di Pierro
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Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione] - (In programmazione su PrimeVideo) - Quanti miti e leggende sono diffusi intorno alle vicende del ciclo arturiano? Quante imprese e nobili gesta sono state compiute dai nobili cavalieri della Tavola Rotonda ? Nessuno, in termini di fantasia e meraviglia, eguaglia quella di Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Tratto dall'omonimo romanzo cavalleresco inglese del XIV secolo, il film di David Lowery varca le porte del soprannaturale per rievocare il ritratto inedito di un'avventura inedita e di un cavaliere, come Sir Gawain, fuori dal comune. Tutto comincia la mattina di Natale quando, tra lieti festeggiamenti, si presenta innanzi a Re Artù e alla sua corte un cavaliere completamente verde che lancia una sfida, proponendo un gioco: se qualcuno riuscirà a decapitarlo con la sua stessa ascia lui non si opporrà, a patto però, che esattamente un anno e un giorno dopo, lo sfidante sia disposto a ricevere il medesimo colpo e farsi decapitare egli stesso. Sir Gawain accetta la sfida e decapita il Cavaliere Verde, il quale poco dopo si rialza e raccoglie la sua testa da terra intimando a Sir Gawain di onorare la promessa fatta. Sir Gawain incomincia allora la sua impresa per raggiungere il Cavaliere Verde in un viaggio che muterà per sempre il suo destino di uomo, prima che di cavaliere. Un film fuori dal tempo è ciò che ha costruito Lowery, una sfida alla personificazione della Natura che detta i limiti della volontà umana. È tutto un maledetto gioco, una sfida con sé stesso, con il proprio animo e la propria vergogna, l'umana vergogna di Sir Gawain in cui possiamo riconoscerci tutti, dal timore dei pericoli a quello della morte. Un cavaliere senza macchia e senza paura non esiste ed è questo che il film e l'opera letteraria cercano di far capire. Pur snaturando in certi passaggi il senso dell'opera originale il concetto è chiaro: la virtù da sola non basta a fare un uomo perché ognuno è nulla in confronto alla Natura, al Cavaliere Verde che attende paziente per vibrare il suo corpo mortale. L'onore cavalleresco si conquista ad impresa compiuta, ma è il viaggio a formare l'animo di Sir Gawain: un comune mortale di fronte al destino che egli stesso si è scelto. Ci sarebbe da dire di più su questa monumentale pellicola, dalla bellissima regia, all'uso perfetto dei colori nella fotografia, ma le mille sfaccettature e significati che vi risiedono, come anche nell'opera letteraria, sono talmente ambigui che ognuno deve farsi la sua idea su Sir Gawain e le sue gesta. Lowery ha però dato vita ad una trasposizione senza pari, indubbiamente il suo film più bello e significativo, ricco di tematiche e personali esperienze. Sir Gawain è come noi, all'ombra degli uomini grandi compie la sua avventura alla ricerca di sé stesso scoprendosi uomo mortale, ma se il vero padrone della morte è colui che accetta il suo destino immutabile allora non avrà nulla da temere dal gioco del Cavaliere Verde. Ricordatevi di lui ogni Natale.
(La recensione del film "
Sir Gawain e il Cavaliere Verde" è di
Tommaso Di Pierro)
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