di R. Gaudiano
[
Serenity recensione] - Il capitano Baker Dill (premio Oscar Matthew McConaughey) vive in una meravigliosa isola tropicale a largo della Florida. Ha un peschereccio con cui pratica pesca grossa ed il suo intento è catturare un grande tonno che lui solo ha in mente, a cui ha dato il nome di "Justice". La vita di Baker scorre tranquilla, alla giornata, fino a quando non ricompare Karen (Anne Hathaway), sua ex moglie, che propone a Baker un piano a dir poco sconvolgente e come ricompensa per attuarlo gli offre dieci milioni di dollari e forse anche più. I due hanno un figlio adolescente, e tanti tanti ricordi che per lo stesso Baker sono ancora vivi e scottanti. L'offerta di Karen pone Baker di fronte ad un bivio destabilizzante, ma alla fine accetta l'offerta e quindi la richiesta di portare l'attuale marito della donna e patrigno di suo figlio nella sua barca ed una volta in mare aperto darlo in pasto ai pesci. "Serenity", terzo lavoro cinematografico scritto e diretto da Steven Knight, sceneggiatore di fama, è un film che coniuga generi thriller-noir, in una prospettiva convenzionale, ma con la pretesa di andare oltre il classicismo noir e cogliere, nello svolgimento della narrazione, forme e modi del cinema fantastico, avventuroso, drammatico e grottesco. In "Serenity" c'è tanto il fascino del cinema di Hitchcock ed anche di De Palma. Knight si basa su uno stile dagli aspetti conturbanti, in situazioni stravolte da una improvvisa drammaticità, in cui fatti e personaggi assumono di volta in volta caratteri ambigui e sfaccettature inquietanti che ne costituiscono la moralità. Ma in "Serenity" tanti elementi sfuggono alla compostezza dell'opera. L'intento del regista era quello di regalare al pubblico un'opera che sorprendesse lo spettatore con un finale scioccante, inaspettato, ma che invece alla fine risulta posticcio. "Serenity" soffre di una discontinuità tra ambienti e personaggi, tra azioni e avvenimenti. Senza dubbio Knight ha adottato questo linguaggio per rendere al meglio il mistero, la sorpresa eclatante, l'angoscia esistenziale dei principali personaggi, ma purtroppo lo sforzo non ha pagato l'intento. Il film, a tratti avvolto in un'atmosfera onirica, resa in modo stentato dalla recitazione surreale di Anne Hathaway, ingessata nella parte della mogliettina fatale che subisce violenza, raggiunge purtroppo solo un livello mediocre. Matthew McConaughey pur caratterizzando il suo personaggio con una maschera convincente, resta illusorio nel suo rapporto (quasi telematico) con il figlio che tanto ama e per il quale accetta di contravvenire alle regole di Plymouth. La fotografia di Jess Hall BSC conferisce all'opera considerevole merito per la vivacità e la naturalezza dei colori, una tavolozza che rende spettacolari i blu marini i verdi smeraldo delle profondità dell'oceano e le spiagge immense di un'isola dalla parvenza immersa in una tranquilla aria caliginosa.
(La recensione del film "
Serenity" è di
Rosalinda Gaudiano)
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