La recensione del film Senso di Luchino Visconti

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Trama

SENSO di Luchino Viscontiy

Senso Recensione
Venezia, 1866. Al teatro La Fenice, si rappresenta Il Trovatore di Giuseppe Verdi. Il patriota conte Ussoni (Giretti), sfida a duello il tenente austriaco Mahier (Granger) che insulta gli italiani. La contessa Livia Serperi (Valli), col legata agli irredentisti, avvicina Mahier per intercedere a favore del cugino Ussoni. Essa si innamora follemente di lui e ne diviene l'amante. Giunge perfino a consegnargli i soldi destinati ai patrioti italiani, soldi che egli usa per farsi riformare dall'esercito austriaco. Ottenuto il suo scopo Mahier la lascia. Dopo la disfatta di Custoza, la contessa raggiunge Mahier a Verona, ma viene umiliata e respinta. Esasperata lo denuncia come disertore, facendolo fucilare.
Idea Centrale
La crisi di una società, quella nobiliare, incapace di adattarsi ai cambiamenti profondi della storia.
Analisi
Visconti si ispira al romanzo di Arrigo Boito, ma la storia dei due amanti, che preferiscono la passione amorosa alla retorica dell'amor di patria, serve al regista per mostrare la società del tempo nella sua madornale falsa coscienza, rimanendo, al tempo stesso, affascinato dal crollo del mondo dell'aristocrazia nobiliare. "Senso" trascende la semplice descrizione e registrazione della realtà dell'epoca e della cultura del Risorgimento, per cercare di darne una interpretazione critica.
Note e curiosità
Celebre la sequenza della battaglia di Custoza, che ricorda i quadri dei pittori macchiaioli Lega e Fattori. Visconti non potè intitolare il film Custoza, perché la sconfitta patita dagli italiani era ritenuta ancora "infamante".(Da "201 Film Capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)


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