La recensione del film Security

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SECURITY - RECENSIONE

Security recensione
Recensione

di R. Ricucci
[Security recensione] - Security di Peter Chelsom è l'adattamento di Amina Grenci dell'omonimo romanzo di Stephen Amidon che firma la sceneggiatura con il regista e Tinker Lindsay e Michele Pellegrini. Il film di Chelsom di svolge a Forte dei marmi, culla estiva di una vita glamour e audace. Secuirty è una storia invernale. Il mare toscano resta nel ricordo delle prime panoramiche dall'alto. La spiaggia è un contorno ben delineato, ordinato e pulito ai resti degli stabilimenti vuoti. Il freddo aumenta e i colori diventano di un autunno greve e pesante. La sceneggiatura è ben articolata, convincente anche se a tratti risulta prevedibile e rischia di essere per questo scontata. Peter Chelsom ne fa una questione di sguardi: Security gioca sul senso della vista che tra gli altri è quello che esprime meglio la differenza tra oggettività e soggettività. Cosa si vede? Chi vede? È notte. Una ragazza sta cercando aiuto. Ha il volto tumefatto, sanguinante. Suona ai citofoni delle belle ville della zona residenziale. Sono le telecamere dei sistemi di sicurezza a mostrarci il suo sgomento, il suo dolore. Roberto, il bravissimo Marco D'Amore, sta svolgendo il suo giro notturno. Le strade che percorre si snodano, si allungano sul display incorporato al cruscotto dell'auto. Un'auto davanti alla sua sbanda, rischia di finire sulla cancellata di una villa. La ferma, riconosce Dario, Giulio Pranno, il figlio della sua amante, Elena, Valeria Bilello, la donna che fin dai suoi 19 anni non ha mai dimenticato. Dario è troppo ubriaco per guidare, lo porta a casa. Roberto, ex appartenente alle forze speciali, si dedica con passione alla sicurezza delle case altrui, quando a casa sua, di Security c'è ben poco: è sposato con Claudia, Maya Sansa, candidata Sindaco il cui motto è "In un paese sicuro", e cinica e fredda si allea al peggior imprenditore, psicotico, Curzio Pilati, Fabrizio Bentivoglio; Angela, Ludovica Martino, è sua figlia adolescente ha una storia d'amore della quale neppure si accorge, con il suo professore di scrittura creativa, Tommaso, Silvio Muccino. Infatti, è nell'insonnia di cui soffre Roberto che affiorano i suoi peggiori incubi e i desideri carnali mai confessati, nei confronti di Elena. Tutto si sta trasformando: la Security della famiglia non è più una certezza né per Roberto, né per sua figlia; la Security di Forte dei Marmi è compromessa da un accadimento che stordisce l'intera città. Manca Security. L'occhio vigile, obiettivo, sincero di tutte le telecamere disposte nella città, dentro le ville, accanto ai portoni, riportano dentro gli schermi, da uno schermo all'altro, fatti che nessuno vuole conoscere, fino a negarli. I volti si moltiplicano nei display, le zoomate virano su sguardi inquietanti, il rallenty facilita la scoperta di dettagli che Roberto cerca di ricostruire. Fatica, spossatezza, sonno, ansia, tradimento, sesso, e speranze sono come panni stesi al cielo aperto, un cielo bianco e nero dei video di sorveglianza. La verità dei protagonisti è spiata attraverso gli occhi meccanici delle telecamere di Roberto. Nessuno è escluso dall'entourage virtuale, tranne la vita di Walter Spezzi, Tommaso Ragno. Walter è vedovo, alcolista, senza lavoro, sporco e disordinato. È l'indesiderato, l'invasore "in un paese sicuro": Walter è un reietto della società. Peter Chelsom svuota Forte dei Marmi del glamour estivo e della carica di tensione e trasgressione. Forte dei marmi non è un paese sicuro come vuol credere sua moglie. È una città svuotata di solidarietà, di amicizia, di giustizia. È una città evacuata dalla mente perversa di chi ha il potere del denaro, da chi non teme nessuno che può corrompere, come Curzio Pilati, da chi è disposto a tutto pur di ottenere la realizzazione dei propri obiettivi, come la sindachessa Claudia. L'inverno di Security è alle porte, feroce come l'esclusione dei più fragili, minaccioso come l'ingiustizia che si compie. Il film di Peter Chelsom non raggiunge a pieno il clima del noir e neppure del giallo. Le buone panoramiche iniziali, degne a descrivere una falsa quiete staccano troppo facilmente dai primi piani dei personaggi che vorrebbero raccontare il disagio umano, la difficoltà esistenziale di ognuno. Perfino lo splendido primissimo piano sullo sguardo di Walter, l'intenso Tommaso Ragno, che sembra interrogare lo spettatore: cosa ne fai di quest'uomo, ai margini di una società capitalista? rischia di perdere forza nella panoramica interpretazione degli altri personaggi che fuoriesce all'improvviso da una recitazione, troppo spesso e troppo poco cinematografica. La performance da caratterista di Fabrizio Bentivoglio è efficace ma ha anche corso il rischio di essere "fuori dagli schermi". I volti e le voci che con più evidenza risaltano sono quelli della brava Ludovica Martino, Angela, di Beatrice Grannò, Maria e del credibilissimo Marco D'Amore e del volto di Walter, Tommaso Ragno. (La recensione del film "Security" è di Rita Ricucci)
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