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Se son rose.. recensione] - Chi di noi nella vita non ha ripensato almeno una volta ad un ex? Ve lo dico io, nessuno. Tra il dire e il fare poi fortunatamente c'è di mezzo un mare intero e spesso il pensiero resta lì e muore così come è nato, in un istante.
Per Leonardo (Leonardo Pieraccioni) questa volta non sarà così.
Questo suo tredicesimo film è in bilico tra il finale di un capitolo e l'inizio di un altro: è la somma delle sue commedie romantiche e la partenza di qualcosa di nuovo, di più introspettivo.
In questo film "quasi" vero, come sottolinea lui stesso, troviamo un Pieraccioni fortemente e volutamente autobiografico che, arrivato ad un certo punto della sua vita vuole mettere qualche punto sul passato e sul futuro. Cosa non ha funzionato con le sue donne nel passato? Cosa c'era in lui che non andava? Eccolo spiegato in un'ora e mezza piene di risate, battute pungenti e verità che a volte fanno male.
Il Leonardo del film vive in bilico in una vita di cui forse si sta accontentando e chi gli sta intorno se ne accorge bene, in modo particolare la figlia quindicenne Yolanda (Mariasole Pollio) che lo sprona a fare di più, a ritrovare se stesso. Proprio per questo motivo manderà segretamente un sms alle dieci ex di suo padre con poche e semplici parole: "Sono cambiato. Riproviamoci!".
Ma, alla fine dei conti, sarà davvero buono questo brodo (o ribollita) riscaldato? Pieraccioni ci darà la sua chiara risposta ad un quesito che chissà quante volte abbiamo affrontato tra amici o compagni.
Quattro incontri, quattro foto, quattro ex che sono lontane anni luce da quello che erano e poi, altre due donne: Fabiola (Claudia Pandolfi) l'ex moglie e Ginora (Elena Cucci) un'amica che poi troppo amica non è. In questo districarsi tra donne di ogni tipo Leonardo troverà finalmente l'amore che cerca, che vuole e che sa che durerà eternamente.
Un'altra donna fondamentale in questo labirinto rosa è la signora Coscia (Nunzia Schiano) che dall'altro lato del suo giardino funge da coscienza per il buon Leonardo. La signora è sempre lì ad ascoltare e dispensare un buon consiglio, spesso con botta e risposta un po' pungenti e velenosi ma mai e dico mai senza un immane fondo di verità.
Nonostante la presenza di molti personaggi, tutti molto diversi tra loro, la sceneggiatura non perde di una virgola e scivola in maniera fluida e senza mai stancare o permettere allo spettatore di distrarsi. I momenti di risata e quelli di riflessione sono sempre ben calibrati e nessuno dei due sentimenti fondamentali tende a sopraffare l'altro.
In questo equilibrio ben studiato è la colonna sonora a legare il tutto e a spingere lo spettatore proprio dove il regista lo vuole portare, senza forzature o lieto fine obbligato.
Insomma, un Pieraccioni che forse non si vedeva da un po', un Pieraccioni che ha capito che la strada migliore da intraprendere è proprio questa: mostrarsi allo spettatore per quello che si è, senza maschere o un eccessivo e stancante essere qualcun altro.
(La recensione del film "
Se son rose.." è di
Rachele Di Paolo)
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