SCALA AL PARADISO
di Michael Powell & Emeric Pressburger
di Viola Pellegrini
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Seconda guerra mondiale. Il pilota americano Peter, comunica a June, ausiliaria inglese, che il suo aereo sta precipitando. Nonostante il giovane si getti dal velivolo senza paracadute, il mattino seguente si sveglia miracolosamente illeso su una spiaggia, dove incontra la ragazza. I due si innamorano, ma Peter, la cui sorte doveva essere la stessa dei compagni, è richiamato nell'Aldilà dal Conduttore 71, colpevole di aver perso le sue tracce a causa della nebbia. Da questo momento la narrazione procede su due linee parallele; nella vita terrena, il Dottor Reeves diagnostica al pilota lesioni celebrali, che spiegano le continue allucinazioni. Allo stesso tempo in Paradiso è allestito il grande processo che dovrà decidere il destino di Peter, mentre sulla terra quest'ultimo subisce una delicata operazione.
Il cinema come fantasia, visione, abbandono della realtà; chi meglio del duo Michael Powell & Emeric Pressburger ha saputo rappresentare ed anticipare le sconfinate possibilità visive della settima arte? Influenti su registi come Martin Scorsese e Steven Spielberg, screditati dalla maggior parte della critica di allora, i due sono ad oggi da annoverare tra più importanti autori che la storia del cinema ci ha regalato.
È la fantasia più dilagante a caratterizzare Scala al Paradiso; fin dalle prime immagini lo spettatore sa che si troverà di fronte ad una storia immaginaria e non può far altro che lasciarsi trasportare in questo universo diviso tra monocromia e Technicolor. L'audacia della pellicola sta infatti nell'idea di ritrarre le scene ambientate in Paradiso, attraverso una stilizzata monocromia e di dipingere gli episodi terreni con uno sfavillante Technicolor. Come a voler utilizzare quest'ultimo per trasmettere il calore che avvolge la vita e la monocromia per manifestarne la mancanza.
Michael Powell, da regista virtuoso quale egli è, affronta le innumerevoli sfide ottiche e possibilità visionarie offerte dalla pellicola, con il consueto gusto artigianale caratterizzante le sue opere. Ecco allora il congelamento delle sequenze che ritraggono le visioni del protagonista, con il blocco di una partita di ping pong tra il Dottor Reeves e June e la straordinaria, sorprendente e avanguardistica immagine dell'occhio di Peter che si chiude sotto effetto dell'anestesia, durante l'operazione. Si pensi che il lungimirante Powell realizzò questa trovata visiva, negli anni in cui in Italia vi era il neorealismo e a Hollywood padroneggiava il linguaggio classico. Il riprendere l'occhio che si chiude dall'interno della pupilla era qualcosa di impensabile per il cinema di allora, a cui per portata innovativa, si potrebbe affiancare soltanto l'onirica sequenza di Io ti salverò, realizzata da Alfred Hitchcock con il surrealista Salvador Dalì.
All'istrionismo registico di Powell si compensa perfettamente l'ottima capacità di scrittura dello sceneggiatore Pressburger, capace di dialoghi appassionanti e perfettamente scanditi, che trovano il loro apice nella sequenza del processo. Qui, gli scambi di battute tra le varie fazioni aventi il compito di decidere il destino di Peter, coinvolgono e toccano l'animo dello spettatore, come pochi altri dialoghi ambientati in un tribunale (seppur ultraterreno) riescono a fare (viene in mente solo il recente Lincoln di Steven Spielberg).
In quella che è forse una delle scene conclusive più belle viste sul grande schermo, le due dimensioni narrative vanno a coincidere; nella sala operatoria vediamo scendere, per mezzo di una maestosa scala (che dà il titolo al film), la giuria del processo. La prova d'amore fornita dalla lacrima di June, farà decidere di prolungare la permanenza terrena di Peter di molti anni.
L'ottavo film realizzato dalla coppia Powell & Pressburger, è grazie alle trovate stilistiche, visive e narrative un capolavoro. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.