La recensione del film Samba

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JOBS - RECENSIONE

Samba recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Samba recensione] - Dagli stessi registi di Quasi amici, con lo stesso protagonista di Quasi amici per un film che vorrebbe essere come Quasi amici ma che ne rimane assai distante, non possedendone, come spesso accade quando si cerca soprattutto l'emulazione, l'armonia, la grazia, l'ispirazione. Nel raccontare le traversie tragicomiche di un clandestino senegalese senza permesso di soggiorno a Parigi, il quale instaura una complicata relazione con una donna borghese che compie volontariato in un centro d'accoglienza, Samba è un film che non ingrana mai la marcia giusta, viziato da una struttura che gira spesso a vuoto senza riuscire a cogliere il colpo d'ala per dare unitarietà e coerenza al racconto. C' è bisogno di 4/5 di film per vedere una svolta nella vicenda amorosa, vicenda la cui evoluzione, se dovessimo andare a rappresentarla fino a quel punto su un grafico, assomiglierebbe ad una linea piatta (che tornerebbe piatta dopo un leggero picco), e anche le altre linee narrative appaiono prive di un vero e proprio sviluppo capace di condurle da qualche parte. Samba è una di quelle pellicole che finiscono ma avrebbero potuto cominciare o viceversa, indistintamente, senza che l'economia della storia ne risenta. In mezzo, una lunga serie di gag giustapposte secondo uno schema per cui ad azione non corrisponde reazione ma segue semplicemente un'altra azione, una serie di situazioni che sembrano sempre finire o troppo presto o troppo tardi con uno sbilanciamento dei tempi che finisce per disinnescarne l'efficacia (si veda l'orrendo ralenty finale che dovrebbe acuire la drammaticità della scena e invece la rende solo fuori luogo). Gli stessi protagonisti, a parte Omar Sy che rifà più o meno il personaggio di Quasi amici, risultano poco convinti, Tahar Rahim sopra le righe, con un fastidioso sorriso sbruffone stampato in faccia e Charlotte Gainsbourg insolitamente spaesata e incerta su che registro adottare per rendere le proprie nevrosi. Resta la più stringente attualità, l'immigrazione, la clandestinità, i centri di accoglienza che esplodono, il caporalato, l'assurdo mercato dei documenti falsi, le contraddizioni della società oscillante tra paure xenofobe e istinti umanitari, le aberrazioni di un sistema con le mani legate, incapace di trovare soluzioni che non siano ridicoli palliativi che tentano di salvare la forma affogando i contenuti in una burocrazia infinita il cui unico scopo è quello di rimandare all'infinito la soluzione dei problemi. Ed è la Francia, non l'Italia. (La recensione del film "Samba" è di Mirko Nottoli)
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